Cervia, la prima volta di Ironman
C’è sempre una prima volta. E così Cervia, terra di spiagge formato-famiglia, di colonie dove una volta i bimbi andavano ospiti delle aziende dei trasporti ma soprattutto terra che allo sport dà del tu, incornicia il suo week end che farà storia. E la storia è semplice: quella della prima volta in Italia di un Ironman ( quello con il pallino) sulla distanza completa. Quella della prima volta del colosso ora cinese che ha fatto del triathlon lungo un sogno alla portata di tutti o quasi , che tutti rincorrono e che tanti prima o poi realizzano. Un evento da prima pagina, la via tracciata per un’avventura che un po’ ti cambia la vita . La storia è quella di una sfida accarezzata e sognata anche da altre città ma che qui si realizza perchè la Romagna è il posto perfetto per eventi così. C’è il mare, ci sono le strade che hanno scritto la storia del ciclismo, c’è un senso dell’ospitalità che alla fine fa sempre la differenza. Duemilacinquecento iscritti con un sold out che è arrivato molto prima del previsto. Duemilacinquecento iscritti in arrivo da mezzo mondo perchè l’Italia e la Riviera sono sempre un bel richiamo. Duemilacinquecento iscritti che in realtà sono molti di più perchè Cervia ha fatto le cose in grande pensando anche ad organizzare un olimpico, una night run e tanto contorno, tanta scenografia, tanta emozione che è poi quello che serve per farti sentire un po’ eroe. Duemilacinquecento atleti tra cui tanti campioni da Timo Bracht che qui qui domani chiuderà la sua carriera a Andreas Draitz, alla sua prima competizione nella lunga distanza. Dai nostri Ivan Risti che proverà ad essere profeta in patria ad Alessandro Degasperi che invece proverà il suo stato di forma prima delle Hawaii a Domenico Passuello in cerca di conferme. E poi Martina Dogana, testimonial perfetta di uno sport che con lei sfida il tempo: “Spero che Cervia possa essere un talismano per me- racconta- Di sicuro qui si scriverà una pagina indelebile della storia di questo sport. Per me che faccio triathlon da 23 anni trovarmi a disputare una gara di tale portata in Italia è un vero regalo. Essere atleti è forse il ruolo meno difficile, arriviamo, siamo coccolati e dobbiamo solo pensare a fare quello per cui ci siamo allenati. Ma dietro c’è un lavoro mostruoso da parte di staff e volontari…”. Tanti, tantissimi sulle strade, insieme ai vigili e poliziotti. Tanti, tantissimi si spera anche i tifosi su strade che saranno chiuse e già scatenano qualche polemica ma è il prezzo che si paga ovunque nel nostro Paese perchè noi siamo un po’ così, noi siamo pane e pallone e tutto ciò che esce dal mondo di stadi e moviole viene vissuto dal “popolo degli sportivi” come una seccatura. Ciò detto lo sport è tante altre dimensoni. E in questo week end romagnolo Ironman proverà a spiegare qual è la sua che nel resto del mondo è ormai un vero e proprio business. Proverà a spiegare qual è il segreto che domattina alle 7 e mezzo spingerà duemilacinquecento “folli” a tuffarsi in mare e dopo aver nuotato per 4 chilometri, pedalato per 180 e corso una maratona arrivare al traguardo e commuoversi e a giurare che non lo faranno più. Che poi non è vero, anche perchè il 22 settembre del prossimo si replica e molti saranno ancora qui…