22540208_10214983982421384_3273073801385769684_nCosì una mattina decidi. Punto in bianco e chissà come ti salta in mente. Così una mattina, mentre tutto il resto del mondo pensa ai fatti suoi, ti alzi all’alba e ti tuffi in mare là dove la baia delle Trentova  e le colline  attorno strizzano l’occhio alla lontana Castellabate. Da solo, bracciata dopo bracciata per 3800 metri che sono la stessa  distanza che  che Frodeno e compagni nelle stesse ore stanno  nuotando alle Hawaii dall’altra parte del mondo. Ma è un caso, pura coincidenza. Non c’entrano niente gli altri, anzi chissenefrega degli altri.  Qui l’ironman è un conto in sospeso. Un conto da regolare con se stessi. Così esci dall’acqua, ti asciughi e sali in sella e da Agropoli vai a Salerno poi torni e poi lo fai una volta ancora: 180 chilometri precisi, precisi perchè quando si fanno ‘ste cose per fatti propri c’è poco da barare. Che senso ha? La maratona è l’ultimo atto, quello di sempre. Dovuto, sofferto, tormentato come ogni volta: 42 chilometri girando in tondo a Paestum che è un piacere, che è il posto più bello del mondo ma che comunque restano 42 chilometri non un passo in meno. Anche se ogni tanto raccatti qualche amico che ti corre a fianco per qualche miglio. Fine. C’è chi l’ironman se lo fa in giro per il mondo, c’è chi se lo fa da solo a casa sua. Luca ieri mattina ha deciso che era arrivato il giorno. Perchè? Perchè lo scrive nella sua bacheca Facebook: ” Non per me, ma perché lo dovevo a qualcuno, qualcuno a cui poche volte penso o dò retta. Uno che ho sacrificato per settimane, magari mesi, uno che ha lavorato sempre per gli altri, un cazzo di samaritano sempre disponibile e silente. Lo vedevo avviarsi in bici da solo, ostinato, sorridente e silenzioso, correre e pedalare al sole con la gente sulla spiaggia a divertirsi, senza lamenti o paranoie, uno che ha sempre e solo fatto quello che gli chiedevo. Mai ha detto no o accampato scuse, lui ci stava sempre, sempre, molte volte più di me. Grazie, questa è solo per te…”. Per se stesso, insomma. Ma non c’è mai un solo perchè. E allora forse perchè qualche settimana fa ripartendo dall’Elba aveva deciso di non darla vinta a quell’alluvione. Forse perchè  quella sfida era una sfida sua e non importava dove o quando. Forse perchè  non è detto che le “peggio cose”, come dicono dalle sue parti,  non possano diventare bellissime. E forse perchè forse non ha tutti i venerdì  ed è un po’ genio e un po’ filosofo e ha capito che la vita va colta di sorpresa. Che nulla è scontato e che non  sempre quando le cose vanno storte vanno storte:  “Alle volte, quando devi fare un passo indietro, approfittane e prendi la rincorsa…”.