«Mi sento un paziente impaziente, che non vede l’ora di andarsene via da qui, di tornare a fare sport». A parlare è Roberto Zanda, l’ultrarunner sardo che durante ula Yukon Artic Canada ha riportato il congelamento di mani e piedi. Lo scorso 19 febbraio, dopo un volo di quindici ore, l’atleta cagliaritano era atterrato all’ospedale Umberto Parini di Aosta, dove ha subito l’amputazione degli arti. Da oggi si apre per lui la nuova fase del percorso di riabilitazione. È giunto, infatti, oggi a Torino, ricoverato al 15mo  piano del Cto nel centro specializzato per la ricostruzione degli arti, in particolare della mano. «Il paziente è arrivato oggi da Aosta, ora faremo gli accertamenti necessari- spiega il professor Bruno Battiston, responsabile del Centro- Nel giro di qualche giorno procederemo a definire l’amputazione della parte destra, quella più danneggiata dove poco è stato lasciato dall’insulto termico e interverremo con una protesi. Per quanto riguarda l’arto superiore sinistro, invece, abbiamo programmato una ricostruzione di una copertura elementare adeguata per ottenere una presa sensibile. Agli arti inferiori il paziente vestirà due protesi». « Al momento, ha spiegato ancora il professor Battiston, »il rischio maggiore è legato alle infezioni e poi certamente al dolore ancora presente e su questo sito imposterà una terapia adeguata «. Un percorso dunque ancora di qualche mese quello che attende Roberto Zanda, che però non molla: “Ci metterò tutta la carica che ho dentro per recuperare. Come mi sento? Un miracolato. Ecco se deciderò di scrivere un libro il titolo potrebbe proprio essere questo ’Il miracolato…”. Ed un pensiero inevitabilmente va alla sua terra, alla Sardegna: ” Non sarebbe male mangiare un pò di pecorino, salsiccia e un buon bicchiere di vino”. Vicino a lui la moglie Giovanna: 2iamo sposati da un anno – racconta ancora il runner sardo- ed è grazie a lei se riuscirò a guarire più facilmente…”