daNon finisce mai Daniel Fontana.  Contro il tempo, contro gli avversari, contro il buonsenso  forse anche contro la logica ammesso e non concesso che nello sport e nella vita ci sia una logica da seguire. A quarantadue anni vince l’Ironman di Taiwan mettendosi alla spalle tanta bella gioventù, bissando il successo sempre qui di due anni e fa e salendo per la terza volta sul podio più alto di questo circuito. Non solo. Con questa vittoria si conquista con buon anticipo la qualifica per la finale del mondiale alle Hawaii nel 2019 che era un po’ il suo chiodo fisso. Vince Fontana, vincono i colori della Dds e quelli azzurri ma la storia è un’ altra. Storia di uomini, padri, campioni veri costruiti con la fatica di allenamenti e rinunce che più passano gli anni più diventano pesanti. Un’altra razza, un’altra stoffa, gente che sa rischiare, che sa perdere, che sa osare. E Daniel Fontana,  di coraggio ne ha da vendere.  Alla sua età non è facile tenere botta. Non è facile nulla. Decidere, continuare, arrendersi, resistere, competere, accettare i consigli…Tutti verbi all’infinito come infinita pare la carriera di questo triatleta argentino regalato all’Italia a cui tutto il movimento azzurro deve molto e che ora scrive una pagina finale di una storia che resisterà nel tempo e che ha ancora un’appendice.  Che andrà al di là dei social, dei video postati, delle passerelle che svaniscono come neve al sole. Qui si ferma il tempo. A Taiwan il capitano della DDs chiude la sua fatica in  7 ore e 47 minuti, con un nuoto di soli 500 metri perchè per come stava messo il mare di più non si poteva. Il resto è come sempre, avversari compresi senza dar peso a nomi e cognomi perchè non contano. Per una volta conta solo chi vince. Per la sua tenacia, per la sua classe, per la sua voglia di non dar retta a nessuno, di insistere, di crederci oltre ogni sogno, di andare avanti in direzione ostinata e contraria. Non si vince un Ironman in qualunque parte del mondo per caso o per fortuna. Soprattutto a quarantadue anni. Si sale sul gradino più alto di una sfida così solo se si è capitani coraggiosi,  fuoriclasse, solo se si ha la grande umiltà di non sentirsi arrivati, anche dopo un paio di olimpiadi, anche dopo tante vittorie, anche dopo due Ironman in bacheca.  Ma  campioni sono il mix perfetto di muscoli, cuore e cervello e solo loro possono coniugare i verbi  all’infinito. Gli anni passano e non fanno sconti.  Così bisogna essere capaci di riscrivere ogni volta la storia. La propria storia o il proprio “romanzo” come dice Daniel.  Ed ogni volta è più complicato.  Ma alla fine vince chi vince e la sesta slot per il modiale di Kona  del prossimo anno sta lì a dimostrare che aveva ragione lui…

LA CLASSIFICA

1 Daniel Fontana ITA (#2)
07:47:35
2 Jarrod Harvey  AUS(#6)
07:50:29
+02:54
3 Alexander Polizzi  AUS(#4)
08:01:21
+13:45
4 Domenico Passuello ITA (#1)
08:04:40
+17:04
5 Gerhard de Bruin RSA (#12)
08:11:33
+23:58