ris“One shot”, dice chi sa le lingue: ci si gioca tutto in un colpo solo. Tre chilometri di nuoto, 120 in bici e alla fine 30 di corsa. C’era una volta il mondiale di triathlon lungo, gara secca, gara “pura”, gara storica senza scomodare eroi e supereroi. C’era è c’è ancora e si corre domani  nel nord  ovest della Spagna, in terra di Galizia a Pontevedra,  città adagiata sulle rive di uno dei principali fiordi atlantici, famosa perchè dal 2001 ha praticamente cancellato auto e semafori dalle sue strade e perchè qui vive Francisco Javier Gomez, uno dei più forti triatleti in circolazione.  Lo spagnolo domani sarà in gara tra i favoriti nel mondiale Itu Long Distance che chiude una settimana di multisport che ha visto in gara più di quattro mila atleti ed assegnato tra i tanti titoli quelli di duathlon, cross triathlon,  aquathlon ed altro ancora. Non solo Gomez ovviamente. A giocarsi il titolo iridato ci saranno gli azzurri Alessandro Degasperi e Ivan Risti: ” Ho ricevuto la chiamata di Andrea Gabba, fresco di nomina come commissario tecnico del Multisport e ci ho riflettuto qualche giorno  prima di accettare- spiega Risti-  Il lungo è un po’ particolare per chi abitualmente gareggia negli Ironman perchè qui si risponde ad una convocazione federale e si gareggia con la divisa azzurra…”. Ovviamente è tutta un’altra cosa. Cambiano le logiche, cambia la responsabilità, cambia il clima che generalmente si respira in una gara di un circuito privato. “Vestire la maglia azzurra dopo tanti anni è un onore ma anche una responsabilità nei confronti di chi ti seleziona- spiega l’atleta della DDs . Quindi, prima di confermare la mia presenza, ho voluto valutare bene la possibilità di preparare questa gara per quanto potevo. Questo tipo di distanza  è scomparsa dai circuiti nazionali e internazionali e non ci sono tappe intermedie o altre prove.  E poi al via cui sono tutti i migliori…”Oltre a Gomez ovviamente ma campioni come il francese Cyril Viennot,  il neozelandese Terenzo Bozzone, il sudafricano James Cunnama. “Per me sarà una prova incerta- spiega Risti– Non ho mai affrontato questa distanza e sarà dunque la prima novità. Inoltre, ho alle spalle 3 mesi di preparazione in cui ho lavorato, insieme a Simone Diamantini, in maniera un po’ diversa dal solito. Abbiamo basato molto la preparazione su determinate cadenze di pedalata in bici, basse frequenze (70-80 rpm) e più forza, alternate a lavori di corsa focalizzati su una cadenza di passo alta (180 ppm circa). Non so che risultati ne usciranno nel breve periodo. Di una cosa però sono certo: ho voglia di gareggiare e mettermi in discussione ancora una volta perché, come recita un proverbio, è troppo tardi solo se sei morto…”