Ciò che fa la differenza nelle Strade Bianche  che  domani annuncia la nuova stagione ciclistica ai tempi del Covid è che una corsa di altri tempi, una via di mezzo tra una Roubaix e un Fiandre che potrebbe corrersi anche a Frittole nel 1400, quasi 1500. Una corsa dove si fanno conti con gli sterrati in un tempo dove il gruppo è abituato a correre su strade  asfaltate di fresco. Una corsa tra la polvere se non piove oppure nel fango senza fare un plissè.  Una sfida nata dall’idea di un uomo solo al comando,  di un “eroico” che ha riscoperto gli eroi. Una sfida che si può disegnare solo tra le colline toscane, tra vigne e contrade che sanno d’antico, tra storia, casali. filari cipressi alti, schietti, giovinetti…. Una storia recente ma già antica che profuma di tempi andati e che sembrano tornati.  Una tappa che andrebbe corsa con le vecchie maglie di lana, altrochè body, dove il cambio elettronico è solo un impiccio, dove la squadra conta ma la differenza la fa chi in bici sa fare, osare e carambolare. Dove la fatica torna ad essere antica. Come usa nel ciclismo. Come sempre. Ma un po’ più che altrove. Domani si corre e a Siena è tutto pronto per la ripresa di una stagione strana, affascinante e un po’ inquietante. Chissà come andrà? Chissà come sarà? Chissà se ci sono i favoriti? Spiccano i nomi dei vincitori delle ultime edizioni: Julian Alaphilippe e Annemiek van Vleuten. Uomini e donne. Ma occhi puntati anche su Tiesj Benoot, primo due anni fa, su Michal Kwiatkowsk che dopo i trionfi 2014 e del 2017  va a caccia del tris, su Philippe Gilbert  che qui ha vinto nel 2011 e su Zdenek Štybar primo nel 2015. Tra le donne fari accesi anche su su Katarzyna Niewiadoma, terza l’anno scorso e su Elisa Longo Borghini che dominò nel 2017 . Si parte alle 13.45 nel pieno del caldo di fine luglio che renderà tutto ancora più complicato e si arriva più o meno alle 18 in una piazza del Campo blindata per il Covid. Non ci saranno tifosi ma ci sarà la diretta Tv. C’era un volta il ciclismo. Chissà se c’è ancora?