Lo sport dilettantistico rischia grosso. Rischia di scomparire visto che molte società non sanno più dove allenarsi. In Lombardia la maggior parte utilizza infatti le palestre scolastiche che, da quando è scoppiata l’emergenza coronavirus, sono off limits per lo sport. E potrebbe andare ancora peggio perchè, per la ripresa delle lezioni scolastiche, dovrebbero essere utilizzate come aule per garantire il distanziamento sociale. Si spera quindi che arrivi al mittente la lettera congiunta firmata dall’assessore allo Sport e giovani della Regione Lombardia, Martina Cambiaghi, dal presidente di Anci Lombardia, Mauro Guerra, dal presidente del Coni regionale, Oreste Perri, e del Cip (Comitato italiano paralimpico) lombardo, Pierangelo Santelli. Obiettivo, fare una richiesta al ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, affinché le palestre scolastiche tornino in uso alle società sportive. «A causa del blocco imposto della difficile situazione sanitaria – ha spiegato Cambiaghi – a marzo il sistema sportivo lombardo e quello nazionale si sono dovuti fermare. Finalmente è arrivato il momento di ripartire in sicurezza. Così si rischia di far morire lo sport di base». Secondo l’anagrafe dell’impiantistica sportiva le palestre scolastiche, sia pubbliche che private, in Lombardia sono complessivamente 2.460 sui 12.636 impianti sportivi, rappresentando circa il 19,47% delle strutture sportive presenti nelle Regione. Regione Lombardia, Coni Lombardia e Cip Lombardia hanno previsto misure economiche straordinarie per sostenere la ripresa delle attività sportive. Tra i fondi, 7.500.000 euro per la riqualificazione degli impianti sportivi di proprietà pubblica e 3.785.000 per sostenere lo sport di base. Altri 541.500 euro sono stati messi a disposizione da Coni e Cip per le associazioni e le società sportive dilettantistiche. «Ma tutti questi interventi potrebbero risultare vani – ha concluso Cambiaghi – senza la riapertura delle palestre scolastiche».