Spegnete i cronometri. Il tempo per Filippo Ganna non conta più. Non conta più la pioggia, non conta più il freddo, la strada. Non conta più neppure la salita. Vince la quinta tappa del Giro spiegando ai disillusi che a volte anche l’impossibile può diventare possibile. Vince sulla Sila, si traveste da lupo nella terra dei lupi e stacca tutti a Camigliatello dopo una fuga infinita di oltre 150 chilometri in cui perde per strada gli altri sette coraggiosi che se n’erano andati con lui. E non doveva neppure esserci in quella fuga lì. Non era la sua ma quella del suo compagno della Ineos Salvatore  Puccio che aveva il compito di scortare fino alla fine. “Salva…Mettiti a ruota” gli ha detto quando tutti hanno cominciato a scattargli in faccia poi si è girato e non l’ha trovato più.  Fermate il tempo perchè questo ragazzone di Verbania dalla faccia per bene e dai modi educati di chi non ci pensa un attino a cedere il posto sul bus ad un anziano che sta in piedi è la nuova “pepita” d’oro del ciclismo azzurro, è l’asso su cui puntare per i prossimi Gichi di Tokyo. Un metro e novantatrè per 86 chili, forse più adatto al basket e alla pallavolo, è la sintesi perfetta tra potenza e armonia e  sembra “progettato” apposta per andar forte in bici. E non solo a cronometro. Dove possa arrivare Filippo Ganna forse non lo sa neppure Filippo Ganna che in  un paio di settimane ha vinto un mondiale a Imola, ha messo per due giorni la maglia rosa,  è stato lo scudiero perfetto di Geraint Thomas nel suo calvario sull’Etna, ha fatto il gregario oggi fino a che non ha capito che invece poteva far saltare il banco e doveva far tutto da solo. Bisogna solo aver la pazienza di aspettare.  Attendere che un atleta che fino a qualche tempo fa era abituato a correre solo in pista o crono da qualche decina di chilometri e che oggi ha schiantato tutti in una tappa da 225 chilometri con oltre 3500 metri di dislivello decida cosa fare nella sua vita da ciclista. Probabilmente non vincerà una grande corsa a tappe ma per le classiche d’ora in poi bisognerà cominciare a metterlo nei pronostici a cominciare dalla Roubaix che quattro anni fa ha già vinto tra gli under 23. Intanto chi è appassionato di ciclismo si lustra gli occhi. Vedere Filippo Ganna che accelera in salita senza mai alzarsi sui pedali e lascia sul posto un fenomeno come il belga Thomas De Gendt  e uno scalatore come il colombiano Einer Rubio è il sogno che non ti aspetti. E l’azzardo che diventa logica. E’ la sorpresa di un collega che ti incontra sulle scale e ti chiede chi ha vinto la tappa in salita del Giro: ” Ma come Ganna? Quello che va forte a cronometro?”