Racconta Linus, che con lei lavora in una trasmissione di sport e alimentazione a Radio Deejay, che Elena Casiraghi ha il dono della semplicità nel comunicare. E che se in tutti questi suoi anni «sregolati» da dj e di sport «tardivo» ha imparato a mangiare correttamente a tavola «cosa e quando» molto lo deve a lei. Che è già una bella partenza. Ex triatleta, moglie e madre di due bimbe, la dottoressa Casiraghi è specialista di nutrizione e ricercatrice scientifica per l’Equipe Enervit e da sempre sport, alimentazione e benessere fanno parte della sua vita oltre che del suo lavoro che trova ora una giusta sintesi nel libro «Alimentazione non è competizione» in questi giorni in libreria. «Per star bene e vivere bene- spiega – cibo e attività fisica sono fondamentali compagni di viaggio delle nostre giornate. Non esistono diete miracolose ma è fondamentale riuscire a trovare il giusto equilibrio che il più delle volte più che sulla bilancia va cercato nella nostra testa». Non è un libro per dimagrire, tanto per esser chiari. Non suggerisce diete magiche e non si perde in conti astrusi sul calcolo delle calorie ma piuttosto spiega come far pace con se stessi quando ci si siede a tavola. «Sin dall’infanzia ci hanno abituato a considerare il cibo come premio per qualcosa di ben fatto o come punizione magari per i capricci con la minaccia di mandarci a letto senza cena- scrive l’autrice- Nonni e bisnonni vanno sempre amati e rispettati ma non è così…». Piuttosto anche a tavola ci si deve «allenare» a mangiare bene perchè dalle carni bianche ai legumi, dalla frutta alle verdure, dal vino rosso all’olio extravergine, dal caffè al cacao ci sono cibi più positivi di altri. «Nessun alimento va eliminato a prescindere però servono metodo e costanza proprio come quando ci si prepara per una gara- spiega Casiraghi- Bisogna imporsi uno stile di giusta moderazione cominciando magari ad abituarsi ad ogni pasto a consumare un piatto unico suddividendo tra un terzo di proteine magre, un terzo di verdura e un terzo di carboidrati. Non bisogna esagerare ma neppure rinunciare. Soprattutto bisogna spazzare via l’ossessione che è tipica di chi non ha un rapporto sereno con l’alimentazione e i sensi di colpa che prendono chi qualche volta sgarra…». Lo «sgarro» è concesso, è il pasto ricco che una volta ci si regalava nei giorni di festa o la domenica dai nonni: l’importante è viverlo con felicità e non farlo diventare un motivo di stress. «Per chi è abituato a fare sport quotidianamente lo sgarro è un po’ come il giorno di riposo- spiega- É il modo perfetto per interrompere la routine degli allenamenti e a tavola quella del piatto unico. É un lusso che in sinergia con l’approccio attento e salutare degli altri giorni permette di raggiungere il necessario equilibrio emotivo». Che poi, in questi tempi di pandemia, è anche un’arma di difesa : «Diventa fondamentale la nostra barriera intestinale- scrive l’autrice- una “diga“ cha va mantenuta in efficienza con un’alimentazione corretta e con l’attività fisica capaci di innescare le capacità antinfiammatorie del nostro organismo e potenziare le difese naturali».