La prima volta fu più di 120 anni fa quando nel 1895 un pugno di audaci si tuffò nel Naviglio proprio nei tre giorni della Merla. Poi le sfide tra i canottieri sono continuate un po’ per gioco e un po’ sul serio in una tradizione che ogni anno ripropone ai milanesi questo storico quanto ardimentoso evento. Una sfida, un gesto di coraggio, una piccola pazzia o forse solo l’occasione per tuffarsi nel Naviglio Grande davanti alla Chiesa di San Cristoforo, una tra le più amate dai milanesi. Quest’anno, in tempo di Covid, il Cimento invernale si è adeguato e al grido di «Non cento per il Cimento, ma solo uno con ardimento» si è trasformato in una «ice challenge» in solitaria che ha visto come protagonista Enzo Favoino, agronomo di 57 anni ma soprattutto ice swimmer di IISA Italy, la squadra italiana di nuoto in acque gelide, che solo con costume, cuffia e occhialini ha nuotato per ben due chilometri dal molo della Canottieri San Cristoforo fino alla Darsena, davanti al ponte pedonale Alex Langer. «Una impresa che tiene insieme la dimensione sportiva e quella dell’impegno ambientale- racconta Favoino sulla sua pagina Facebook- che serve a tenere viva la bellezza del Naviglio che è un bene comune. Con gli amici dell Ice Swimming Association italiana, da tempo usiamo il potenziale comunicativo del nuoto in acque gelide per veicolare i nostri messaggi e le nostre campagne ambientali». Non solo. La nuotata estrema è servita per tener viva l’attenzione sul cambiamento climatico e sul «littering», la dispersione di plastica ed altri materiali nei nostri mari, fiumi, canali. Per questo ha avuto anche il sostegno delle ONG di riferimento, come FFF, Legambiente, WWF e Let’s Do It. L’impresa di Favoino, che non è stata proprio una passeggiata perchè nuotare mezz’ora in acque a 5-6 gradi è uno sforzo estremo a cui ci si prepara con allenamenti seri, è servita anche a raccogliere fondi per la Caritas per dare una mano a chi in questi tempi aiuta chi non ce la fa.