L’Uci, l’unione ciclistica internazionale,  ha annunciato  che da aprile per i corridori professionisti sarà vietato assumere posizioni pericolose in bici, come quelle adottate sedendosi sul telaio anziché sulla sella, e gettare le borracce ai lati della strada. Bene. Anzi benino perchè sinceramente c’era forse qualcosa di più urgente da normare in tema di sicurezza come , ad esempio, i transennamenti degli arrivi e non solo degli arrivi, i controlli più serrati per le auto che invadono i percorsi di gara, il numero spropositato di moto che sono al seguito delle corse e il numero a volte esagerato di corridori in gruppo. Per questo, ha spiegato l’Uci, dal 2022 sarà introdotto un nuovo regolamento più severo per tutti gli organizzatori,  però forse le priorità erano proprio queste. Ma tant’è, per ora saranno vietate le discese ardite, ci si debe accontentare.  Che poi  il problema non sono tanto i professionisti che in bici sono dei funamboli, corrono su discese che quasi sempre conoscono, con asfalti nuovi e con strade chiuse ma i tanti amatori che li imitano e che ( l’Uci si metta il cuore in pace) continueranno purtroppo a farlo. Qui più che le squalifiche, che non possono esserci, servirebbe il buonsenso che non sempre c’è. Discorso identico per le borracce lanciate a bordo strada che d’ora in poi saranno oggetto di giusta squalifica per chi sta gareggiando ma che in tutti gli altri casi sarà quasi impossibile punire. Che poi le borracce sono un problema di sicurezza solo in corsa e in gruppo perchè, come è successo al Giro a Geraint Thomas, finiscono sotto le ruote e innescano carambole. Negli altri casi il problema è solo ( solo?) di buona educazione e di rispetto e vale per le borracce ma anche per le carte delle barrette o i tetrapack dei gel. Ci sono le strade invase di schifezze e non sarà certo una norma dell’Uci a migliorare le cose. Inutile illudersi.