Schwazer va risarcito ma non è un eroe
Il caso Schwazer è enorme, è un’ingiustizia a cui non si potrà riparare. Tanto per prenderla alla larga però vale la pena di ricordare quale sia la vera origine delle Olimpiadi, e degli atleti olimpici storie incerte ma legate al Mito. Due per la precisione: quello dei Giochi nati da un rito funebre in onore di Pelope per ricordare la sue vittoria su Enomao e quello che racconta di Eracle, atleta per antonomasia che, giunto in Elide per compiere una delle sue fatiche, avrebbe dato il via ai primi Giochi sulle rive del fiume Alfeo in onore di suo padre Zeus Olimpio. Comunque sia i Giochi erano un rito religioso-militare in cui l’atleta era considerato il contraltare in tempo di pace del soldato. Instancabile, forte e valoroso, che si batteva per la gloria propria, della famiglia e della città. Incarnava l’ideale eroico, uomo mortale ma eccezionale per i suoi tratti fisici e morali. Era la linea di congiunzione tra l’uomo e l’universo divino, un semidio in molti casi generato da un essere divino e uno mortale. Gli eroi contati da Omero ovviamente non ci sono più ( non ci sono mai stati?) ma forse rincorrendo l’utopia di un’olimpiade che oggi non si sa più neanche esattamente cosa sia tra politica, potere, business, sponsor e breakdance al posto della lotta, possono essere il punto di partenza per una riflessione. Alex Schwazer non è un eroe. E’ stato, e forse lo è ancora, un atleta fortissimo che ha vinto, ha barato per vincere ancora come facevano tutti gli altri, che è stato smascherato, si è pentito ed ha pagato. Poi, come hanno sentenziato i giudici di Bolzano, l’hanno “fregato” e questo forse è il punto più angosciante di tutta questa infinita vicenda perchè apre scenari inquietanti sul doping ma soprattutto sull’antidoping, sulla Wada, sulla Iaaf, sui poteri a cui si assoggettano logiche e azioni. Dovrebbe questa essere l’occasione per fare un po’ di chiarezza e molta pulizia, ma così non sarà. Potrebbe essere questa l’occasione di capire che controlla i controllori e se ci si può fidare perchè il rischio è che ormai non ci sia più certezza. Schwazer non è un eroe ma ora ha tutto il diritto ad un risarcimento morale ed economico. Che non è però il diritto ad andare a Tokyo. Quello dovrebbe, un un mondo olimpico perfetto, seguire altre logiche. Tornando alle origini e agli eroi di Omero va detto che tra i tanti dubbi del Mito una certezza c’era. Solo gli atleti che avevano madre e padre greci, che si erano distinti per coraggio e rettitudine e che non avevano subito condanne legali potevano calcare la sacra sabbia di Olimpia. Era un onore assoluto oltrechè un premio concesso dalle divinità. Che non facevano sconti.