I politici stiano alla larga dai ragazzi…
Nel giorno in cui a Milano 52 allievi della scuola militare Teulié giurano in divisa, il sindaco Giuseppe Sala riceve a Palazzo Marino due rapper del «Seven Zoo», il gruppo della Zona 7 di cui facevano parte anche Neima Ezza e Babygang, i musicisti indagati per gli scontri con la Polizia pochi giorni fa in piazza Selinunte. Va detto subito che i due giovani ricevuti in Comune non sono tra i 14 indagati per la gazzarra ma non è questo il punto. Il problema non sono gli adolescenti ma gli adulti che si schierano con gli adolescenti, che ci «mettono il cappello sopra», che non disinteressatamente sfilano al loro fianco. A sedici anni o giù di lì tutte le scelte sono giuste, romantiche e audaci. Senza bisogno di essere imbeccati c’è chi sceglie la divisa che fa tanta paura agli «influencer» più intransigenti della sinistra e chi invece sogna di fare la rivoluzione in abiti sgualciti tra un rap e un tatuaggio. Ma per gli adulti il discorso cambia, soprattutto per chi rappresenta un’istituzione. Allora gli endorsement andrebbero dati con un po’ più di attenzione perchè ci vuol poco ad essere fraintesi ed è un attino fornire alibi. I disordini di piazza Selinunte, con trecento adolescenti che si danno appuntamento per un concerto abusivo in tempo di pandemia e poi lanciano pietre contro gli agenti di polizia minacciandoli addirittura con un machete, non sono proprio una «ragazzata». E’ una deriva da cui un sindaco deve ufficialmente prendere le distanze, altrochè inviti in Comune. E lo stesso discorso vale per la solidarietà a chi s’impossessa di edifici di proprietà altrui e ai liceali che occupano le scuole, anche per rispetto di tutti gli altri studenti (la maggioranza) che stanno alle consegne buoni buoni rintronandosi davanti ad un pc. Sembrano davvero «messaggi imperfetti» e un po’ troppo furbetti nel tentativo di strizzare l’occhio ai ragazzi in questa campagna elettorale «ambiental-giovanilista» in cui s’è lanciato Sala. Sì perchè il mondo dei ragazzi non è uno solo: c’è chi sceglie di cambiare il sistema scendendo in piazza con la musica «trap» a muso duro contro il potere costituito e chi invece di schierarsi dall’altra parte mettendosi una divisa e rispettando le regole. Due pianeti che però a Palazzo Marino dovrebbero avere identico diritto di cittadinanza. E allora la prossima volta se Sala sarà ancora sindaco, quando i ragazzi della Teulié torneranno a giurare nel piazzale della scuola magari faccia un salto a salutarli. Oppure ne inviti un paio a Palazzo Marino, così tanto per rendersi conto che c’è anche un’altra gioventù. Brutta figura non fa.