Il triathlon delle aquile e la magia d’Abruzzo
Finalmente l’attesa è finita. Sabato mattina all’alba, per gli atleti che hanno avuto l’ardire di provarci, comincerà con un tuffo nel lago di Campotosto a 1200 metri d’altezza nel Parco d’Abruzzo un lungo viaggio nel Parco Nazionale, tra i Monti della Laga e i Sibillini che in questa edizione numero zero diventano l’intuizione (o la follia) per la prima edizione dell’eagleXman. Un triathlon estremo che oltre alla distanza “full”, con 3.800 metri di nuoto, 177 chilometri di bici e 40 chilometri di corsa, propone anche il 113 triathlon half con le distanze ridotte a metà. Non è solo una sfida di sport ma anche un’idea per far conoscere un territorio magico e per seguire l’evoluzione che il mondo del trathlon lungo sta prendenso in questi ultimi anni con sfide che diventano sempre più assolute. «Siamo alla vigilia di un evento sportivo che coinvolge il vasto territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso- spiega il Raffaele Avigliano, Presidente del Flipper Triathlon- E’ un progetto che si integra perfettamente con le caratteristiche del territorio abruzzese e speriamo destinato a svilupparsi in futuro come un importante appuntamento sportivo di interesse internazionale. Gli appassionati di questa disciplina estrema amano particolarmente la natura selvaggia abbinata alle asperità della montagna ed eagleXman è in grado di soddisfare perfettamente questa esigenza”. E così il Gran Sasso diventa il cuore di un’avventura sulla distanza lunga che partirà dal lago di Campotosto. Usciti dall’acqua gli atleti saliranno sulle loro bici per raggiungere Fonte Cerreto, dopo aver superato 4.344 metri di dislivello, e da lì inizieranno la maratona. Gli ultimi 6 chilometri a piedi saranno quelli più impegnativi ed evocativi: partendo sempre da Fonte Cerreto, si tratterà infatti di affrontare una vera e propria scalata, scortati obbligatoriamente dal proprio supporter, per arrivare, dopo aver superato in totale di corsa altri 1.962 metri di dislivello, a conquistare Campo Imperatore a 2.128 metri. Per raggiungere il cielo in un nulla impressionante che rende ancora più immensa una montagna che è rimasta intatta e che chiede sempre un giusto prezzo di fatica. Basta fermarsi ad ascoltare il rumore “assordante” del silenzio per capire chi comanda da queste parti, chi detta le regole e quale sia l’origine di tutto ciò che ci sta intorno.