Un giro in bici per aiutare i bimbi prematuri
«Sin da bambina ho sempre detestato la routine, seguire gli stessi percorsi, andare in vacanza sempre nello stesso luogo, frequentare gli stessi ambienti. Oggi riscopro quella voglia e quel desiderio di lasciare sempre una porta aperta sull’ignoto, uno spiraglio per l’incerto, pedalando in luoghi nuovi e su strade sconosciute…». Sabrina Schillaci, architetto di Besana Brianza, da qualche anno è salita in bici per reinventarsi la vita, obbligata da un destino che l’ha messa nella condizione di non poter scegliere. Spalle al muro di fronte ad un incidente il giorno di Ferragosto che, dopo un tuffo in mare, ha cambiato per sempre la vita di suo marito obbligandolo su una sedia a rotelle e quindi anche la sua. «Ha cambiato la nostra casa, il nostro lavoro, la nostra azienda e i nostri progetti- raccontava tempo fa- Ma non ero pronta e presto sono caduta in una forte depressione perché siamo forse abituati a dare troppe cose per scontate». Così, tra ospedali e cure si va alla ricerca di un nuovo equilibrio e di una nuova normalità che arriva grazie allo sport, scoprendo prima il triathlon per caso un giorno trovandosi nel bel mezzo di una gara in Costa Azzurra e poi la bici fantastico strumento d’avventura. Con il suo progetto «Race across limit» la Schillaci comincia così a girare l’Italia raccogliendo fondi per C.O.ME. Collaboration Onlus, una fondazione che si dedica all’osteopatia, alla ricerca e a progetti sui bimbi prematuri, quelli nei Paesi più poveri del mondo ma soprattutto ai trattamenti osteopatici ai neonati e bimbi disabili. Ma le sue non sono imprese sportive, piuttosto uno status mentale che trasforma un viaggio in bici un progetto solidale. «Io pedalo solo per raccogliere fondi per una causa in cui credo- spiega- per far conoscere alla gente il tema della disabilità e per spiegare a tutti che anche dopo una disgrazia che ti cambia la vita ci si può rialzare, si può ricominciare». E anche quest’anno «Across the limits» riparte. Da Besana in Brianza a Pescara passando per il Lago di Garda, Mantova, Ferrara, Rimini, il Conero fino a alla sede della Fondazione C.O.ME Collaboration Onlus per consegnare quanto raccolto in questi primi mesi dell’anno. Cinque giorni, cinque amici lungo il percorso di oltre 700 chilometri in autosufficienza e senza mezzi al seguito per supportare, ancora una volta, chi aiuta e chi si occupa di disabilità tutti i giorni. Un viaggio che sarà anche l’occasione per raccontare storie di disabilità, vita, riscatto attraverso lo sport e per raccogliere fondi. «Partiranno con me, Benedetta Pastore, Maena Ferrero, Antonella Fassini e Fabio D’Annunzio. ma chi lo vorrà si potrà aggregare».