Lombardia da podio ma lo sport di base “boccheggia”
La più grande olimpiade azzurra di sempre è anche lombarda. Parecchio lombarda. Senza nessuna volontà di distinguere perché, ciò che non fa l’inutile retorica, ha fatto senza troppi proclami lo sport che unisce, mescola, globalizza, mette insieme e d’accordo tutto e tutti. Però basta guadare il medagliere per scoprire una Lombardia primatista indiscussa tra le regioni con 19 podi: sette medaglie d’oro, 4 d’argento e otto di bronzo. Un bottino che ha i volti e le braccia al cielo di Marcel Jacobs, Filippo Tortu e Eseosa Desalu imprendibili sulla pista dello stadio olimpico di Tokyo. Che ha la leggiadria e la tenacia di Vanessa Ferrari, la pedalata veloce di Simone Consonni, la precisione nell’arco di Lucilla Boari e Mauro Nespoli, la vogata potente di Federica Cesarini, Valentina Rodini, e Pietro Ruta nel canottaggio e di Manfredi Rizza nella canoa. E poi ancora Arianna Errigo e Federica Isola nella scherma, Federico Burdisso e Nicolò Martinenghi nel nuoto e Giorgia Bordignon nel sollevamento pesi. Uno squadrone che ha lasciato il segno e che è l’immagine gioiosa di un riscatto sportivo per una regione simbolo ma duramente colpita dalla pandemia e dalla crisi economica. Sia chiaro: la pandemia lascia ferite importanti nello sport e anche nello sport lombardo, soprattutto in quello di base dove già dalle prossime stagioni si dovranno fare i conti con un calo sensibile dei tesserati tra i ragazzi, con una crisi economica che spingerà molte famiglie a tagliare le spese e tra le prime purtroppo ci sono quelle sportive, con la maggior parte delle società dilettantistiche in difficoltà (molte hanno già chiuso) che sono il vero motorie dell’attività amatoriale. Giusto quindi godersi vittorie senza dimenticare però che la strada verso Parigi non è in discesa. Comunque le medaglie comunque non arrivano per caso: «C’è stato un grande lavoro di associazioni sportive e federazioni lombarde- spiega il sottosegretario della Regione con delega allo Sport, l’ex olimpionico Antonio Rossi- Nell’atletica mi fa particolarmente piacere perché quando ero assessore avevo dato il via libera a una linea di finanziamento per mettere a posto le piste di atletica. In questi anni poi si è lavorato nelle scuole e questo è il primo passo. Ora con le Olimpiadi invernali Milano-Cortina abbiamo l’occasione di andare avanti e investire ancora di più». L’obbiettivo resta quello di allargare la base in modo che le Federazioni possano poi avere più ragazzi da far crescere. «Se allarghi la base le federazioni fanno resto – spiega Rossi – E il compito di una Regione è quello di dare la possibilità di allenarsi ai ragazzi e di sostenere le Federazioni regionali». Rossi, oro alle Olimpiadi di Atlanta e Sydney nel kayak poi torna sui Giochi appena conclusi: «Sono state olimpiadi fantastiche ma le gare che mi hanno emozionato di più sono stati i 100 metri e la staffetta 4×100: la vittoria di Jacobs ha dato la carica a tutti. Ora aspettiamo i ragazzi in Regione. Il presidente Fontana ha già sentito Malagò e si pensa di organizzare una festa quando saranno finite anche le paralimpiadi».