Da Milano a Glasgow in bici fanno più o meno duemila chilometri che, in otto tappe, sono davvero un bel pedalare. Omar Di Felice non salverà il mondo ma con questo viaggio aggiunge la sua voce a quelle che, ormai da qualche tempo, stanno spiegando che il pianeta ha bisogno di cure e rispetto, che è necessario abbattere le emissioni e  contenere l’innalzamento della temperatura media della Terra entro 1.5°C.  La bici è un mezzo fantastico anche per comunicare  e il quarantenne ciclista romano con alle spalle un passato da professionista e poi da grafico pubblicitario, non è nuovo ad avventure estreme che in bici lo hanno portato nei luoghi  più impensabili da Capo Nord, all’Alaska, dal campo base dell’Everest al deserto dei Gobi in Mongolia, tanto per fare qualche esempio. Questa volta ha praticamente attraversato l’Europa  in un viaggio che, grazie alla collaborazione con Italian Climate Network e al supporto della coordinatrice Clima e Advocacy dell’associazione, Marirosa Iannelli, ha unito l’aspetto sportivo estremo a quello della divulgazione scientifica.  Dopo aver dialogato ogni giorno con fisici, esperti climatologi e scienziati è giunto a Glasgow in sella alla sua bicicletta, dove era stipato tutto il necessario per affrontare l’avventura in autonomia, ed è stato il primo ad entrare in bici alla Cop 26, la conferenza della nazioni unite sui cambiamenti climatici, autorizzato dal segretario generale Antonio Guterres.  “Descrivere l’emozione é impossibile- ha spiegato- forse ancor più che in passato mi sento orgoglioso di ciò che sono stato in grado di fare spinto solamente da gambe, testa e soprattutto cuore. Dal giorno in cui mi sono innamorato della bicicletta e del ciclismo, ho fatto di tutto affinché mi accompagnasse nei posti più impensabili e inaccessibili del Pianeta. Entrare alle Nazioni Unite non è stato semplice: e’ stato frutto di un gran lavoro di squadra ma, soprattutto, dell’ostinazione e la convinzione nella purezza di un messaggio che non potrebbe essere diverso da questo. La bicicletta salverà il mondo”. Forse no, però aiuta.