Con Guareschi in bici sulla via Emilia
La via Emilia e Giovannino Guareschi. Una storia scritta anche un po’ in bici dal papà di Peppone e don Camillo lungo una strada che non è solo una via di comunicazione. La Via Emilia è un simbolo, una leggenda che racconta tanti mondi e tante storie, che racconta le persone, le vite, le passioni, i profumi, un modo di vivere che oggi combatte con fabbriche e centri commerciali e con il traffico che rischia di soffocare ogni cosa. Ma il mito resta. Per Guareschi, come il Po cominciava a Piacenza, l’antica strada consolare era quella che cominciava a Piacenza e andava fino a Rimini. Solo quella: «L’ambiente è un pezzo della Pianura padana e qui bisogna precisare che, per me, il Po comincia a Piacenza.- scriveva Guareschi nel suo Mondo Piccolo– Il fatto che da Piacenza in su sia sempre lo stesso fiume, non significa niente: anche la Via Emilia, da Piacenza a Milano, è sempre la stessa strada; però la Via Emilia è quella che va da Piacenza a Rimini. Non si può fare un paragone tra un fiume e una strada perché le strade appartengono alla storia e i fiumi alla geografia. E con questo?”. La via Emilia è un pezzo dell’anima che fu. Uno scrigno di racconti e poesia che da giovedì a domenica 18 settembre sarà protagonista di un viaggio affascinante raccontato attraverso una serie di manifesti in mostra a Bologna nella sede dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna nell’esposizione dal titolo “Con Giovannino Guareschi in bicicletta sulla Via Emilia”. Una “pedalata” nella storia di Guareschi che ha raccontato un’umanità periferica, l’umanità della bassa, quella che sembra non contare perchè non occupa posti di potere, che apparentemente non fa la storia ma che è un’umanità cui guardare con occhi pieni di stupore. Una pedalata tra i personaggi che lui ha creato in quel Mondo Piccolo “che non è in nessun posto fisso ma è un puntino nero, che si muove assieme ai suoi pepponi e ai suoi smilzi, in su e in giù, lungo il fiume, per quella fettaccia di terra che sta tra il Po e l’Appennino”. Un’umanità reale, concreta, grande e allo stesso tempo anche meschina dove c’è spazio per tutti, buoni, meno buoni, normali, strambi, diavoli e anche santi che tali sono anche senza magari saperlo. La mostra curata da Egidio Baldini è stata allestita in occasione del settantesimo anniversario dell’uscita nelle sale del primo film di Don Camillo e Peppone, la cui creazione partì proprio da un viaggio attraverso la via Emilia che fa da sfondo a questa mostra. È qui che si intrecciano le storie dei personaggi che hanno preso vita attraverso la penna dello scrittore emiliano. La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 con ingresso libero