Cento anni della locomotiva umana, 100 anni dalla nascita di Emil Zatopek. Famosa la sua frase: «Se vuoi vincere corri i 100 metri, se vuoi vivere corri la maratona…». E quella del compianto campione cecoslovacco è la corsa di una vita. In direzione ostinata e contraria come solo le certe locomotive sanno fare. Ma al di là della citazioni musicali di De Andrè e Guccini, Zatopek è stato qualcosa in più di un grandissimo atleta, l’unico nella storia a vincere, nel 1952 ai Giochi di Helsinki, tre medaglie d’oro sui 5mila metri, sui 10mila e in maratona dove decise di partecipare all’ultimo momento. Medaglie che si aggiungono a quelle del 1948 (un argento e un oro). Storica la rivalità con il francese Alain Mimoun a 30 anni ormai suonati. La cosiddetta «sfida olimpica» fu uno degli scontri diretti più emozionanti di quegli anni, per ben tre Olimpiadi consecutive. Ma solo nel 1956, ai Giochi di Melbourne, il transalpino riuscì a mettersi al collo la prima medaglia nella maratona in cui Zatopek chiuse sesto.  Correva e ansimava, sbuffava come una «Locomotiva umana» e ciò gli valse il soprannome che lo rese famoso. Ma corse anche attraverso la storia del suo Paese, la Cecoslovacchia. Un talento scomodo per il regime comunista di cui era dirigente ma dell’ala più democratica. Non sfuggì a nulla. Nè alla primavera di Praga, nè al suo declino e neppure al confino in Siberia ai lavori in miniera. E quando, rimpatriato, finì a fare il netturbino continuò a correre dietro ai camion della spazzatura tra gli applausi della gente. Dopo una lunga malattia morì a Praga, mentre 10 anni fa è stato incluso nella IAAF Hall of Fame con le più grandi leggende della storia dell’atletica. La sua memoria, a un secolo dalla sua nascita, è ancora viva. A  Zatopek è dedicato dal lontano 2001 lo stadio di atletica di Campi Bisenzio a Firenze, dove una settimana si è tenuto un meeting per ricordarlo: evento clou della manifestazione sono stati i 5000 metri, specialità prediletta dal corridore ceco. Una cerimonia toccante quella di sabato 10 settembre con le massime autorità cittadine e i rappresentanti della Federatletica, oltre a una delegazione dell’ambasciata e del consolato della Repubblica Ceca.