Il problema e che ormai quasi tutti guidano col telefonino.  Che poi lo capisci in un attimo se uno guida ma sta “smanettando” perchè tentenna, rallenta anche se non deve, scarta di lato, frena, riparte senza logica. Insomma è pericoloso.  Più che pericoloso perchè chi in auto conversa non in “viva voce” o peggio, chatta o risponde alle mail, rischia di ammazzare la gente e a volte l’ammazza sul serio: altri automobilisti, motociclisti ma soprattutto ciclisti e pedoni. E’ la sciagura dei giorni nostri, il destino di un popolo ormai schiavo e assuefatto agli smartphone, surrogato di vita reale. Ma non è un fatto di costume è un problema di sicurezza. Le multe ci sono ma praticamente nessuno le fa. Il tentativo intelligente di allestire pattuglie di poliziotti in borghese sulle moto ( perchè guidando una moto si vede se uno nell’auto al fianco è al telefono) è miseramente fallito perchè troppo dispendioso per costi e personale.  Secondo l’ultimo rapporto  della Polizia Stradale riferito al 2021 il trend degli incidenti sulle strade italiane, con 64.162 sinistri, è in crescita del 26,7 per cento e le vittime della strade sono aumentate del 15,5 per cento. Sempre secondo il report la prima causa di incidenti è l’uso dello smartphone alla guida,  seguono il colpo di sonno e l’uso di stupefacenti. Quindi? Quindi  sarebbe buona cosa che oltre ai controlli, che oltre al ritiro immediato della patente per chi guida col cellulare in mano si chiamasse ad una presa di coscienza ( e di responsabilità)  delle case automobilistiche oppure gliela si imponesse per legge. Sulle auto gli investimenti in tecnologia sono una delle prime voci e oggi con la tecnologia si può praticamente fare tutto anche (magari) realizzare auto in cui la connessione telefonica non è possibile se non con il mezzo fermo. E invece la direzione è un’altra: vetture sempre più smart, collegate con display,  funzioni digitalizzate, app e  altre meraviglie che rendono il “guidare” una funzione delle tante, marginale ed accessoria.