“Il sano agonismo è un’attività che può contribuire alla maturazione dello spirito. E da qui partono le tre regole dell’allenamento: fatica, sudore e sacrificio che sono gli indicatori della passione per il proprio sport.  Se c’è questo atteggiamento la competizione è sana, altrimenti, se prevalgono gli interessi di vario tipo, la competizione si guasta, a volte può addirittura corrompersi”.  Perfetto, funziona davvero così. L’essenza dello sport è un concetto semplice ma estremamente “potente” nella sua semplicità. E un discorso così, a prima vista,  potrebbe essere quello che  di uno dei tanti  “coach” agli atleti della propria squadra.  Ma ieri il “coach” era Papa Francesco che ha motivato così, ricevendoli in udienza,  i membri dell’Associazione Sportiva Dilettantistica « Sport in Vaticano», atleti e atlete che lavorano in Curia Romana e nello Stato vaticano. Il Santo Padre, riporta «Vatican News», ha ricordato i 50 anni dall’istituzione del campionato di calcio vaticano, nel 1972, facendo anche riferimento al lontano 1521 in cui si giocò la prima partita di calcio fiorentino, nel Cortile del Belvedere, alla presenza di Leone X.  “La disciplina è un aspetto dell’educazione, della formazione- ha continuato il Pontefice-  Disciplina significa osservare le regole, ma si tratta anche di imparare, di crescere, di migliorarsi, di dominare sé stessi, correggere l’impulsività che tutti abbiamo, più o meno. La disciplina poi permette che ognuno possa giocare la sua parte, e che sia la squadra a esprimere il meglio dell’insieme. L’ultima regola è la motivazione, la forza interiore che dà la spinta, che porta a un buon risultato”