“Michele  era un campione, sapeva vincere e aspettare, un po’ come capitano e un po’ come gregario. Il suo dono per tutti noi è il richiamo all’attenzione e al rispetto sulle strade, affinché tutti, ciclisti e non, possano condividere quelle lingue d’asfalto troppo spesso infernali”. E’ dal l 22 aprile di sei anni fa che Marco Scarponi, il fratello di Michele, si è messo in strada. Una strada di dolore che, quasi con un miracolo, sta trasformando con la sua famiglia e con la Fondazione intitolata a suo fratello,  in una strada d’amore. Da una strada all’altra perchè qualcosa resti, rimanga per sempre. Perchè non ci siano più altri maledetti incroci come quello di Filottrano, perchè non ci siano più furgoni impazziti,  accecati dal sole, distratti dai telefonini. «Oggi ricorrono i sei anni dalla scomparsa di Michele- ricorda il senatore dem Alberto Losacco– In questi sei anni  il ricordo non si è mai spento né svanito. La sua famiglia ha dato vita ad una Fondazione che, oltre a portare il suo nome, sensibilizza grandi e piccoli sulla sicurezza stradale». «E porta il nome di Michele il disegno di legge che ho presentato in Senato: la Legge  Scarponi è per lui ma è anche per responsabilizzare i conducenti verso tutte le donne, gli uomini e i bambini che percorrono la strada in sella ad una bici. L’introduzione della distanza minima di sorpasso di 1,5 metri è un passo fondamentale per garantire più sicurezza sulle strade. Perché, come ricorda la Fondazione #LaStradaèDiTutti a partire dal più fragile». Sei anni sono un attimo e un’eternità, un sospiro e un ricordo mai sbiadito, sono la foto di quel maledetto incrocio, sono il vetro rotto di un furgone, una bici a terra, sono il dramma di un altro uomo, il piastrellista di 58 anni che lo investì, che se n’è andato lui pure un anno dopo, che non si è mai dato pace. Cosa resta di Michele Scarponi?  La sua capacità di sorridere, di sdrammatizzare, la sua gentilezza e la sua generosità. La sua classe che lo portò a vincere tanto, anche un Giro, la sua imprevedibilità in corsa e non solo in corsa. Ma resta soprattutto la Fondazione Michel Scarponi che lavora per la sicurezza di tutti sulla strada promuovendo e finanziando progetti che hanno come fine l’educazione al corretto comportamento stradale, a una cultura del rispetto delle regole e dell’altro. Un lavoro enorme,  “un dono che Michele e la sua famiglia hanno voluto fare all’umanità si legge sul sito- per ricordare che la memoria di Michele è custodita dentro un futuro migliore”. Ciò che che stiamo cercando