“Rincorsi dal vento” ovvero più di cinquant’anni di Nove Colli. Emozioni, speranze e ambizioni, delle migliaia di atleti che ogni anno colorano le strade della madre di tutte le Granfondo ciclistiche. Emozioni che saranno raccontate martedì 2 maggio al teatro Concordia di Borgo Maggiore a San Marino in una serata speciale per presentare il libro di Sergio Barducci  in collaborazione con la Nove Colli con il presidente, Andrea Agostini e l’ex CT della Nazionale di ciclismo, Davide Cassani. Una storia infinita che intreccia la passione  dei tanti che sognano, accorrono, pedalano, partecipano. Sir Arthur Conan Doyle, il celebre scrittore e drammaturgo inglese  amava dire: «Quando il morale è basso, quando il giorno sembra buio, quando il lavoro diventa monotono, quando ti sembra che non ci sia più speranza, monta sulla bicicletta e pedala senza pensare a nient’altro che alla strada che percorri». Ed è quello che fanno regolarmente le decine di migliaia di eroi che dai luoghi più lontani del mondo il 21 maggio  arriveranno a Cesenatico per la 52ma edizione con il solo obiettivo di partecipare. “Rincorsi dal vento” racconta uno dei più grandi eventi sportivi del nostro Paese ma racconta soprattutto un popolo pedalante che vive la bici ognuno a suo modo. Chi per condividerla con tantissimi amici, chi per superare un momento di difficoltà, chi per un impeto di solidarietà, chi per sostegno nei confronti dei meno fortunati, chi per misurarsi dopo un trapianto o chi per amore, lanciandosi nella proposta di matrimonio mentre pedala accanto alla fidanzata,  quelli che non “mollano” che da più di trent’anni non si perdono un’edizione e si allenano intensamente a dispetto dell’età. E poi ci sono migliaia di volontari, che si spendono per la migliore riuscita di un evento straordinario. Per tutti  la stessa gioia, la stessa fatica, la stessa strada. Polenta, Pieve di Rivoschio, Ciola, Barbotto, Tiffi, Perticara, Monte Pugliano, il Passo delle Siepi e il Colle Gorolo. Tutti insieme fanno Nove Colli . Magia di una sfida antica cominciata nel 1971 quando, di ritorno da una gara fatta in Svizzera, tre amici del fans club Fausto Coppi fondato nel Bar del Corso di Cesenatico decisero che era arrivato il momento di dar vita a una corsa che regalasse ai suoi audaci partenti un “Brevetto appenninico” che emulasse e addirittura superasse quello alpino svizzero. Detto fatto si misero subito all’opera e il 20 maggio 1971 partì la prima edizione della Nove Colli, il primo trofeo “Cicloturistico Audax di Gran Fondo Sociale“. Erano in 17 e cominciarono la loro fatica alle 5 del mattino dal loro ritrovo abituale: il bar del Corso. Fu il primo tassello di una Nove Colli, che oggi è un gioiello che ci invidiano anche dall’estero. Cuore e passione più che ragione. Sfida di minuti, secondi, di mezze ruote messe davanti di un nulla a quelle degli amici, di battibecchi e prese di fondelli al bar, di caffè, spritz, cene scommesse, vinte e perse. Qui c’è differenza tra chi si depila e chi non lo fa, tra chi in salita arranca e chi vola via, tra chi sul mitico Barbotto mette il piede a terra e chi scatta per andare in fuga. Qui il ciclismo è musica. Tante note. Dalle mazurche di Casadei al rock che ti lascia senza fiato, che ti rapisce in un mangia e bevi che diventa sempre più duro più passano i chilometri, che ti porta a battere un tempo che sembra scorrere via in un attimo. Un rito che non conosce il tempo fatto  di sveglie all’alba,  di guanti, bandane e manicotti che spariscono alle prime luci non appena da Cesenatico ci si avvicina ai  fianchi delle colline su cui si arrampica un serpentone infinito di bici, lenta processione per una fatica che non porta a nessuna redenzione.  Ma altro qui si va cercando…