“Mio marito Agostino lo ha fatto e io non volevo essere da meno….”. Un’ora e 54 minuti per finire un triathlon sprint che, per chi non è del mestiere, sono 750 metri di nuoto, 20 chilometri in bici e 5 di corsa non sono un record. Ma dato che il tempo è una variabile assolutamente relativa in questo caso lo sono eccome anche se, trattandosi di donne, non è elegante indugiare sull’età. Ma tant’è. Gabriella Bois, torinese, 83 anni, è la prima donna di sempre ad entrare nella categoria M9 del triathlon, cioè quella riservata agli over 80. Lei di anni  ne dimostra qualche decina in meno e, domenica scorsa a Piasco, un comune di tremila anime  della Valle Varaita in provincia di Cuneo, ha portato a termine la gara che la fa entrare di diritto nella storia di questo sport. Anche se non ce n’era davvero bisogno. Con il marito Agostino Ramella infatti, Gabriella un pezzo di storia l’aveva già scritta,  intrecciata con un vita passata insieme e non solo sui campi di gara. Lei biologa analista, lui medico poi primario a Torino con la passione per lo sci di fondo approdano al triatlon una ventina di anni fa. «Ho cominciato io perchè un giorno mi avevano invitata a Cuneo per partecipare ad una gara a staffetta dove io correvo in bici- raccontava qualche tempo fa Gabriella- Ero piena di dubbi poi però alla fine mi sono resa conto che avrei potuto fare tutto da sola. E così l’anno dopo mi sono ripresentata e ho cominciato…». Per una che inizia c’è un altro, Agostino, che segue a ruota è stato così in tutte le loro imprese sportive e per il triathlon non poteva essere diversamente: «Lei è molto più competitiva di me- spiega- Io all’inizio facevo addirittura fatica ad arrivare da un bordo altro di una piscina di 25 metri. Ma poi mi ci sono messo di impegno…». E così le gare di anno in anno sono diventate tante, in giro per l’Italia e per l’Europa in camper come facevano in moto quando erano più giovani: 300 e più per Gabriella, 250 o giù di lì per Agostino. «Sempre insieme- spiegano- Perchè lo sport è stato il filo conduttore della nostra vita, il piacere di fare fatica lo abbiano sempre condiviso e ci ha tenuto uniti è stata la chiave per un matrimonio felice». Sembra una favola, e forse lo è, soprattutto in tempi in cui le nozze d’oro e una vita passata insieme sembrano più che la normalità un traguardo antico e fuoritempo.  Tanti anni di triathlon di sfide, divertimento, di gioie, ansie, timori, acque gelide, pioggia  e tormenti. “Abbiano vissuto crisi di coppie, nascite di piccoli triatleti (si spera) qualche ricovero in crocerossa…Di tutto e di più con i nostri figli e nipoti ed è stato un bellissimo percorso ricco di umanità di emozioni che ci hanno mantenuti giovani e vivaci nello spirito. Abbiamo ricevuto molto dal triathlon, speriamo di lasciare qualcosa allo sport più bello del mondo…». Così raccontavano celebrando le nozze d’oro poco tempo fa. Poi Agostino ha deciso di smettere e Gabriella lo aveva seguito a ruota. Ma c’era un piccolo conto rimasto in sospeso e domenica scorsa ha deciso di metterlo a posto…”Perchè sai come sono le donne- mi scrive Agostino- Per niente competitive…”