Un Giro di Lombardia in bici per aiutare chi aiuta
Un Giro della Lombardia in bici. Race Across Limits Lombardia parte (anzi riparte) questa mattina da Palazzo Lombardia e, dalle colline del Bresciano ai grandi laghi alle grandi montagne, pedala per la causa dei «caregiver», le persone che aiutano in tutte le attività quotidiane chi non è più in condizioni di farlo perchè non più autosufficiente. É un sfida di 900 chilometri e di quasi 8mila metri di dislivello che durerà sei giorni ma in realtà dura da qualche anno ormai perchè Race Across Limits, l’Organizzazione di volontariato che «pedala» per aiutare chi aiuta, creata anni fa da Sabrina Schillaci, di strada in tutto questo tempo ne ha fatta parecchia. La Schillaci, architetto di Besana Brianza, da qualche anno è salita in bici per reinventarsi la vita, obbligata da un destino che l’ha messa nella condizione di non poter scegliere. Spalle al muro di fronte ad un incidente ormai di parecchi anni fa che il giorno di Ferragosto, dopo un tuffo in mare, ha cambiato per sempre la vita di suo marito obbligandolo su una sedia a rotelle e quindi anche la sua. «Ha cambiato la nostra casa, il nostro lavoro, la nostra azienda e i nostri progetti- raccontava tempo fa- Ma non ero pronta e presto sono caduta in una forte depressione perché siamo forse abituati a dare troppe cose per scontate». Così, tra ospedali e cure si va alla ricerca di un nuovo equilibrio e di una nuova normalità che arrivata grazie allo sport, scoprendo prima il triathlon per caso un giorno trovandosi nel bel mezzo di una gara in Costa Azzurra e poi la bici fantastico strumento d’avventura. Con il suo progetto «Race across limit» la Schillaci comincia così a girare l’Italia raccogliendo negli anni fondi per realtà solidali diverse tra cui lo scorso anno C.O.ME. Collaboration Onlus, una fondazione che si dedica all’osteopatia, alla ricerca e a progetti sui bimbi prematuri. Quest’anno con il Giro della Lombardia l’obbiettivo è di raccogliere fondi e supportare, informare e sostenere la figura del caregiver. «Chi assiste persone non più autosufficienti quasi sempre finisce per annullarsi – spiega – diventa un’appendice, si trascura perde autostima. Quando ha l’opportunità di prendersi uno spazio viene avvilito dai sensi di colpa e sono frequenti i casi di depressione. Con la mia organizzazione incontriamo, in collaborazione con i Comuni, queste persone e facciamo corsi che spiegano come si reagisce a queste situazioni, come si gestisce un paziente e come ce ne si prende cura senza annullarsi». Across limits Lombardia porterà in bici in giro per la regione questo messaggio. Otto ciclisti e cicliste a cui molti altri si aggiungeranno per strada per raccogliere fondi e far capire anche a chi ha avuto un destino contrario che c’è sempre una possibilità per ripartire, per spiegare a tutti che anche dopo una disgrazia che ti cambia la vita ci si può rialzare, si può ricominciare. Fra i tanti sostenitori, per questo giro, ci sarà anche Zurich Italia che ha deciso di supportare l’iniziativa pedalando e contribuendo alla raccolta fondi ma anche Turbolento che ha condiviso con il gruppo di Across limits le sue strade Zitte, quelle che permetteranno di pedalare con più tranquillità e meno traffico «Oggi con la bici e Race Across Limits- spiega la Schillaci- racconto la mia storia, parlo di caregiver e di disabilità, ma soprattutto mi adopero per essere portavoce di chi voce non ha. La nostra carovana sarà costituita da un’ammiraglia condotta da mio marito che non ci perderà mai di vista e sarà lui, contrariamente dal solito, a prendersi cura di noi…»