«Dopo tre cicli olimpici ero bello “lesso“… Però sentivo che avevo ancora molto da dare al triathlon ma mi servivano nuovi stimoli. Bisognava solo cambiare un po’ la prospettiva…». Alessandro Fabian è un punto fermo del triathlon azzurro. Londra, Rio e Tokyo, di Olimpiadi ne ha fatte tre, dodici anni di gare, allenamenti, ritiri, viaggi. Dodici anni in «apnea», con le rinunce e i sacrifici che servono per competere ad altissimo livello perchè lo sport non ti regala nulla e il triathlon ancora meno. «Diciamo che l’obbiettivo erano i Giochi e tutto ruotava intorno a quello e a me stesso- racconta- poi con la nascita un anno e mezzo fa di mio figlio Alvise, che è la cosa più straordinaria che potesse capitarmi, al centro c’è finito lui e ho capito che bisognava azzerare tutto e ricominciare da capo nella vita e nello sport…». E allora si cambia. Si riparte come se fosse un anno zero, un «reset» che lo ha portato a cambiare manager e coach per mettere nel mirino le distanze più lunghe e, dopo un titolo italiano sulla distanza del mezzo Ironman (1,9 km di nuoto, 90 in bici e 21 di corsa), ora l’obbiettivo è la finale mondiale che si disputerà a fine agosto a Lahti in Finlandia. «Ho deciso che era arrivato il momento di rimettermi in gioco e di darmi una seconda possibilità- spiega il 35enne campione padovano- La scelta di gareggiare su distanze più lunghe, che per molti triatleti è un’evoluzione fisiologica, per me è la possibilità di una seconda carriera…» Ieri Fabian ha corso e vinto  a Milano il DeejayTri sulla distanza olimpica (1500 metri di nuoto, 40 km in bici e 10 km di corso) mettendosi alle spalle Miguel Espuna e Davide Ingrilli, un ritorno al passato ma senza nostalgie: «Gareggiare a Milano nel triathlon di Deejay è sempre divertente- spiega- É una vera festa di sport che coinvolge tutti, dagli atleti elite agli amatori ai giovanissimi ed è anche un bel modo per ritrovarsi con tanti amici. Perchè il triathlon in fondo è così, una grande famiglia…». Milano è una sfida molto partecipata, due giorni di gare con tantissime distanze anche «promozionali», cioè più brevi, che hanno lo scopo di coinvolgere anche chi magari ha solo voglia di provare: «Ben vengano questi eventi- spiega Fabian– il DeejayTri, anche con le frazioni a staffetta, è nato proprio con questa filosofia e permette a tanti di avvicinarsi al nostro sport e di vincere le diffidenze e le paure…». Si fa tanto discutere sul futuro di uno sport che tra nuoto, ciclismo e corsa potrebbe «abbracciare» un platea potenzialmente infinita ma che resta, nonostante tutto, un movimento d’elite alla ricerca di una campione capace di tirare il gruppo magari verso i prossimi Giochi di Parigi: «Michele Sarzilla e Gianluca Pozzatti sono due atleti molto forti e con grande personalità- spiega Fabian- Perfettamente in grado diventare un esempio per tanti giovanissimi…».