Nova Eroica si riprende le sue strade bianche
Che poi tutto scorre ma tutto torna. E allora basta pedalarli i 130 chilometri di Nova Eroica che si è corsa oggi tra Buonconvento, Montalcino, la Val D’Arbia, le Crete senesi e la Valle dell’Ombrone per capire che le strade bianche saranno per sempre eroiche. Non è una questione di maiuscole ma di filosofia, di pensiero, di come si vuole intendere il ciclismo che da queste parti fa storia a sè, la conserva, se la tiene stretta e se la coccola. L’Eroica racconta di strade che, anche se sembrano antiche, portano lontano. Nel futuro. E’ un modo di essere e di pedalare che impersona un ciclismo e un popolo che qui corre con le bici d’un tempo ma che , da qualche anno, corre con le bici che potrebbero davvero essere quelle del tempo che sarà. Nova Eroica scommette sulle gravel ed apre una nuova via, che da queste parti è una via maestra , perchè è facile godersi la bici su queste vie salvate dall’asfalto. Le strade bianche di Nova Eroica sono le festa di un ciclismo che è anche capace di viaggiare veloce e di prendersi i tempi sui tratti cronometrati ma che appena può si ferma, sorride, si abbraccia, si ristora con il buono che questo territorio sa regalare, con le uova al sugo, con la pecora bollita, con il pane al vino e zucchero. Storie che si raccontano solo qui, lontane dal mondo delle granfondo, dalle limature delle ruote, lontanissime dalle volate gomito a gomito. Le strade bianche che tanti anni fa qualche sindaco avrebbe voluto asfaltare e che sono state difese e protette a furor di popolo da associazioni, residenti, amministratori, dai ciclisti dell’Eroica, stanno contribuendo a fare la fortuna di questi luoghi. Come si dice oggi sono ormai “un format”, un marchio del made in Tuscany nel mondo che va aggiungersi ai tanti altri marchi che queste terre hanno la fortuna di avere. Gente che aveva capito che proprio proteggendo le strade bianche avrebbe conservato la caratteristica di un territorio e di una zona che poi sarebbe diventata patrimonio culturale. E così è stato. Ora gli sterrati, le salite e le discese messe insieme nei 130 chilometri di Nova Eroica sono il filo rosso che tiene insieme tutte queste cose, sono la scommessa vinta, l’eredità lasciata ad un territorio che ne ha fatto tesoro e che proprio partendo da qui rilancia riscoprendo e valorizzando anche quelle che un tempo erano le ferrovie bianche, linee dismesse, “rami secchi” che invece potrebbero rifiorire e diventare l’occasione per riscoprire i luoghi, per far viaggiare più lentamente i turisti che non hanno fretta che si vogliono godere anche il viaggio come vacanza. Che poi non tutti amano andare veloci… E allora da Asciano, a Chiusi, a Montepulciano, a Rapolano Terme, a Sinalunga se ne sta parlando con il Gruppo FS Italiane e si sta parlando anche di riaprire la stazione ferroviaria di Monte Santi Marie, la strada più bianca e più iconica della strade bianche, come fermata de “L’Eroica”. C’era una volta L’Eroica con le bici di un tempo “salvate dalla sega” e per fortuna c’è sempre. Ma sono diventate grandi anche tante altre Eroiche che guardano al tempo che verrà: da quella che ormai da qualche anno fa correre gli Juniores che sono la speranza del nostro ciclismo a quella Nova che è un passo avanti per il ciclismo del futuro. Tutto gira sempre intorno alle strade bianche: e non è una questione di maiuscole.