Brabante, Remco vince e Wout perde. Magari avessero vinto tutti e due…
La sessantaquattresima Freccia del Brabante racconta due storie che un po’ si intrecciano, che rincorrono gioia e malinconia, che molto svelano di due campioni ritrovati e dispersi. Remco Evenepoel e Wout van Aert non sono ancora presente e passato del ciclismo belga e non solo belga. Almeno si spera, almeno così si augurano tutti quelli che fanno fatica ad abituarsi all’idea che Van Aert abbia imboccato la via del tramonto.
Remco Evenepoel e Wout van Aert sono due fuoriclasse assoluti che oggi sulle strade del Brabante se la sono giocata fino alla fine oggi con una fuga a 50 chilometri dall’arrivo e con un testa sul traguardo di Overijse che alla fine ha dato ragione al più giovane dei due belgi che oggi tornava in gara dopo un incidente che lo ha tenuto fermo quasi 5 mesi e che, così ha raccontato, lo ha portato anche a pensare di smettere.
In tanti probabilmente hanno sperato e sognato che vincessero entrambi. Remco per mettersi a pari con la iella che lo ha tormentato in tutti questi mesi, Wout per scrollarsi di dosso una stagione che lo vede appannato, secondo, quarto, sempre un po’ lontano dai suoi rivali di sempre, che sta facendo vacillare molte sue certezze. Serviva a tutti e due vincere. Come il pane… si dice di solito. Che nel ciclismo, come in pochi altri sport, si guadagna a fatica. Ma il ciclismo è uno sport crudele che non conosce pareggio e per questo il ciclismo è lo sport più ingiusto che c’è. Non c’è il pareggio e il ciclismo non cambia mai, l’unica regola è quella di mettere una millimetro di tubolare davanti agli altri. Nel ciclismo carta vince e carta perde ma senza trucco e senza inganno in una legge antica che santifica uno sport dove tutti faticano allo stesso identico modo
Con uno sprint lungo e potente dopo oltre 160 chilometri di corsa oggi sulle strade del suo Belgio Remco ha trovato risposte a molte sue domande si è ripreso un pezzo del suo destino, ha cancellato mesi di dubbi e sofferenze ed è tornato a far brillare la sue stella olimpica. “Una vittoria incredibile che ha sorpreso anche me stesso- ha detto al traguardo- Mai avrei pensato di riuscire a fare una corsa del genere, attaccando da lontano con Wout . Prima della volata pensavo di aver già perso e ma avrei pensato di battere un corridore che in passato ha vinto sui Campi Elisi…”. E in un attio cancella i suoi demoni
Dietro di lui Wout van Aert. Che è sempre Wout van Aert perchè lotta, combatte, con tutta la classe e la tenacia che ha, che non si arrende e anche oggi glielo leggevi in faccia che correva con una disperata voglia di vincere. Ma c’è qualcosa che va cercando. C’è un qualcosa che non riesce più a trovare che gli sfugge dalle dita quando sembra che sia lì alla portata. “Oggi mi sentivo davvero bene- ha detto alla fine- In un finale così speravo di vincere ma Remco è stato più forte ha meritato la vittoria. Non sono dispiaciuto e non ho rimpianti perchè ho trovato uno più forte di me…”. Basta ascoltarlo Wout Van Aert per capire perchè questo campione belga sia così amato e benvoluto. Per rendersi conto di quanto i tifosi di ciclismo gli siano affezionati, di quanto sperino che la sua sia solo un crisi e non una resa, di quanti, se potessero, pedalerebbero con lui per riportarlo alla vittoria
Remco Evenepoel e Wout Van Aert così il ciclismo sa essere dolce e crudele. Così oggi lei ha messi di fronte e nei prossimi giorni li metterà di fronte ancora. Domenica, in Olanda, si corre l’Amstel Gold Race, poi mercoledì 23 si torna in Belgio con la Freccia Vallone e con la Liegi-Bastogne-Liegi di domenica 27, ultima classica Monumento di primavera. Ma non sarà solo una “faccenda” tra loro due. L’uomo da battere è Tadej Pogacar che nel trittico delle Ardenne punta al bottino pieno e che l’Amstel l’ha già vinta due anni fa. Ma bisognerà tenere d’occhio anche Thomas Pidcock , Tiesj Benoot, Neilson Powless, Ben Healy e Julian Alaphilippe .