Lingue vicine e lontane da 40 Paesi. Perchè vale un viaggio l’Eroica, fino a Gaiole nel cuore del Chianti terra magica già di suo che il ciclismo, questo ciclismo, ha reso magica per sempre. Teste e idee differenti,  novemila anime che , sempre per magia, qui s’incontrano, si trovano e si ritrovano e fanno un respiro solo, una sola meravigliosa idea che mette insieme tante cose, molte nobili, che la fatica incolla e la passione conserva. E’ l’ora di Eroica. Per la ventottesima volta è l’ora dell’Eroica che a pensarci è davvero un pezzo di storia nella storia con il suo rito, con le sue strade bianche, le persone e i personaggi, con chi non c’è più ma è come se ci fosse.

Storia di una contaminazione ciclistica che ormai va oltre il pedalare,  che mette in contatto, mescola cose e persone, ognuna capace di portare qualcosa, tanto o poco tutto serve. Si contamina nell’arte, nell’architettura, nella chimica, nella conoscenza e  dallo scambio nasce sempre qualcosa di nuovo, quasi sempre migliore. Così questa sfida che sembra fuoritempo è diventata un’ avventura che va la di là di una bici, dei tanti o pochi chilometri, dal pedalare una salita senza mettere un piede a terra oppure arrancare spingendo. Eroica è un abbraccio anche tra chi non si conosce e si incontra per la prima volta. Ed è come se  ci si conoscesse da sempre.

Un punto di approdo e allo stesso tempo una rivoluzione alla riconquista di un territorio che l’asfalto rischiava di portarsi via e di un ciclismo che tra business, carbonio e tecnologie guarda ormai sempre più a Gps e watt che non all`anima.  Uno sport sempre più esasperato che sta un po’ scappando di mano e non è un caso se negli ultimi anni una delle immagini più iconiche di vittoria continua ad essere quella di Sonny Colbrelli completamente infangato che vince la Roubaix. Quel ciclismo lì l`Eroica se l`è ripreso. L’ha riportato sugli sterrati che ora stanno tornando di moda, gli ha dato un marchio di fabbrica, nuova dignità, l’ho ha fatto tornare più “fico”, più umano,  paradigma di un vivere semplice, lieve,  via di fuga per un week end da città che tutti chiamano smart ma che in realtà sono sempre meno facili e sempre meno intelligenti perchè ti ingarbugliano la vita chiedendoti una password anche per andare in bagno.

L`Eroica è una fetta di pane con l`olio su tavole dove ormai si trova solo il sushi; è  parlarsi senza bisogno di «whatsappare», di scrivere mail o di fare una «call» e via così. Eroica sono nonni, padri e nipoti che parlano la stessa lingua ma soprattutto che la capiscono.  «Eroica è darsi una mano – spiega Giancarlo Brocci a chi gli chiede quale sia il senso di tutto ciò- Per salutarsi ma anche per aiutarsi, per conoscersi, presentarsi in un mondo che ormai fa fatica a fidarsi, che nei condomini non sa con chi vive, che se può ti frega… È un mondo senza orticelli perché quando si pedala va quasi sempre così: si semina e si raccoglie insieme». Vale ovunque. Dal Gran Sasso ad Ivrea, dalla Germania al Giappone fino a Cuba. Ma soprattutto a Gaiole.