E così, dopo Eroica Cuba il 2026 vedrà  la prima edizione di Eroica Cina. “Un evento molto sfidante, che ci attende in una delle nazioni più grandi del mondo, verosimilmente nella zona di Hong Kong”, spiega Matteo Zazzera, responsabile degli eventi Eroica nel mondo. Un nuovo capitolo per un sogno nato nel cuore del Chianti e diventato un movimento globale, capace di connettere luoghi e persone nel nome della bicicletta e della bellezza”.

Va così. L`Eroica che trasformato il ciclismo che fu in quello che sarà, è diventata il fenomeno che è perché è riuscita a restare se stessa nonostante ormai sia un business e un brand di valore mondiale, termini lontanissimi dalla sua essenza.  Non è «solo» una corsa in bicicletta su strade prevalentemente sterrate ma il ritorno a un modo di vivere che in molti hanno dimenticato e che ritrovano. La Cina è lontana ma la bici unisce genti e territori che diventano  punto di approdo per quella che pare più una rivoluzione sportiva e culturale, un viaggio cominciato ormai quasi trent’anni fa alla riconquista di un ciclismo che tra business, carbonio e tecnologie guardava sempre più a Gps e watt che non all`anima. Uno sport sempre più esasperato che stava un po` scappando di mano e con l’ Eroica, con le sue strade bianche, con le sue bici di un tempo, con le sue maglie di lana grezza, con il suo andare di lenta fatica, con la sua filosofia è tornato all’origine.

E così quei 97 audaci che partirono in una stellata notte da Gaiole in Chianti si sono moltiplicati per cento, per mille, per decine di migliaia e hanno conquistato il mondo. Perché oggi c`è un`Eroica quasi in ogni continente dal Sud Africa alla California, dalla Germania all`Austria, all`Inghilterra fino in Giappone.  Cuba mancava e l’anno scorso è arrivata ed ora si va verso la Cina dove la bici è storia, cultura e partecipazione. La bici mette insieme tutto e l`Eroica ancor di più in un «narrazione» appassionata che va al di là dei miti e della politica.  Eroica è una lingua semplice che conserva ciclismo e ciclisti perchè come ripete sempre il suo mentore Giancarlo Brocci “È un mondo senza orticelli dove si semina e si raccoglie insieme».