Gillo Dorfles e il pelo dell’uovo

Sono entrato in quell’età in cui s gode di più nella lettura di libri di memorie che in quella di romanzi. Questi ultimi sono sempre la mia grande passione ma, una volta che nella grande libreria dei classici si è ridotta la quota dei non letti, trovare idee nuove e stimoli forti è sempre più difficile. I libri di memorie offrono, invero, sempre grandi soddisfazioni. Ovviamente devono uscire dalla penna di chi ha “vissuto”. Per attirare l’attenzione devono arrivare da chi si è distinto in qualche campo ed ha attraversato la Storia con passo appassionato e con curiosità per la […]

  

Quei no che aiutano (lo scrittore) a crescere

Rileggendo Il pendolo di Foucault di Umberto Eco (Bompiani) ho trovato una delle più efficaci descrizioni della vanity press. La prima volta che lessi il romanzo ero un laureando. Da allora non solo è passato molto tempo ma ho anche accumulato molte esperienze professionali (anche in case editrici, oltre che in riviste e giornali). Allora forse, quando lo lessi per la prima volta, le descrizioni della Garamond e della Manuzio (le due case editrici che solleticano la vanità di improbabili autori di provincia), certi dettagli, certe spiegazioni, certi affreschi e descrizioni non mi aevano colpito più di tanto perché – […]

  

Schnitzler “tradito” per troppa fretta

Cosa ci spinge a prendere in mano un libro? O meglio un classico della letteratura? In età giovanile spesso è una sorta di “dovere” interiore a spingerci. Il bisogno, quasi, di colmare vuoti e di mettersi ai ripari dalle continue allusioni che gli adulti fanno a proposito di quei testi. In ogni altra età della vita è la curiosità. E questa a sua volta è generata da tanti accadimenti. Non ultimo la citazione che di quella opera viene fatta da una auctoritas. Con il cui termine in realtà oggi si intendono purtroppo soltanto gli influencer. C’è stato un tempo, però, […]

  

Bagnarsi nel “fiume” arbasiniano dell’opera aperta

Come è vero che non ci si bagna mai nello stesso fiume, altrettanto vero è che non si rilegge mai lo stesso libro.  Soprattutto se è un buon libro, aggiungerei.  Soprattutto se è un classico. I classici, infatti, hanno sempre qualcosa da insegnare. Lo si è detto mille volte: sono quei libri che parlano a tutti e che superano la prova del tempo. Però la frase “non si rilegge mai lo stesso libro” ha un significato anche più semplice. L’americano Stanley Fish nel 1980 pubblico il saggio C’è un testo in questa classe? L’interpretazione nella critica letteraria e nell’insegnamento (pubblicato […]

  

Thomas Hardy “risorge” su Tik Tok

Chissà se anche Tess dei d’Urberville è finito (o finirà) nei video che la giovanissima californiana Selen Velez confeziona per la piattaforma di Tik Tok. Questa ragazza (nemmeno ventenne) ha infatti deciso, durane il primo lockdown, di costruire piccoli video in cui consiglia “romanzi strappalacrime”. E i suoi consigli, dal punto di vista editoriale, sembra riescano più efficaci di tante e prezzolatissime pubblicità. Anche gli editori americani sono rimasti sconcertati dal successo della sua “influenza”, capace di riportare nella vetta delle classifiche di vendita titoli che gli stessi editori avevano dimenticato. Purtroppo non sono su Tik Tok. Quindi non posso […]

  

Radiguet, un romantico a Parigi

Era già un classico quando uscì il “rivoluzionario” Giovane Holden. Il suo autore era già leggenda quando ancora Salinger girava indisturbato e misconosciuto. Raymond Radiguet può ben sorridere dell’alone mitico che avvolge il goffo Caulfield. Perché il suo “protagonista” non ha bisogno nemmeno del nome per stagliarsi nell’immaginario della gioventù romantica e assetata di esperienza che ha letteralmente divorato le pagine del Diavolo in corpo. Il celebre romanzo di formazione di un amore giovanile, appassionato e assoluto torna in una nuova traduzione (Yasmina Melaouah) per Bompiani. Un’occasione imperdibile per chi non avesse mai letto questo capolavoro della letteratura francese del […]

  

Così il web ha “ucciso” i classici

Difficile rendersene conto. Con tutte le emergenze nelle quali siamo ingolfati, sicuramente non ci siamo accorti che i classici stanno “morendo”. A cancellare dalla nostra memoria collettiva i grandi titoli della letteratura sicuramente non è la sciatteria della produzione editoriale. E sicuramente non è colpa degli insegnanti, appassionati difensori della nostra tradizione culturale. La colpa è di Wikipedia. Inutile girarci intorno. Internet sta uccidendo i classici, li sta archiviando in quegli scaffali della nostra memoria collettiva che nessuno vuole più spolverare. E questo proprio mettendoli in vetrina e quindi in bella mostra. Proverò a spiegare quello che ho appena scoperto. […]

  

Il canone dei libri mai letti

Ciclicamente i giornali confezionano a inizio anno classifiche di tutti i tipi. I migliori alberghi, le canzoni più orecchiabili, le spiagge più belle… Oppure riempiono un inserto con i cento libri da leggere almeno una volta nella vita. E anche quest’anno i lettori di un grande quotidiano si sono baloccati con questa lista. Le singole voci sono state affidate a scrittori giovani e meno giovani. A loro il compito di dare un titolo. Uno solo ma imprescindibile per chi avesse voglia di colmare i propri gap letterari. Questo particolare tipo di “centone” è un genere sicuramente non nuovo. Lo si […]

  

Il pettegolezzo a lode di Umberto Eco

Sono passati quarant’anni esatti dall’uscita del romanzo Il nome della rosa di Umberto Eco. L’autore e il libro sono stati ampiamente ricordati e celebrati. E non è proprio il caso di aggiungere altro. Mi è tuttavia venuto in mente un fatto che è stato poco considerato. Non soltanto nel corso di queste celebrazioni, ma in generale nella lunga e articolata bibliografia critica del celebre semiologo. Umberto Eco ha legato il suo nome ad alcuni dei momenti più significativi della critica militante e della letteratura d’avanguardia del Novecento. A torto o a ragione, è stato comunque un protagonista. Ma il suo […]

  

Il canone di Trevi che piacerebbe a Garboli

“Più ti avvicini a un individuo, più assomiglia a un quadro impressionista: un coagulo di grumi, di tracce indecifrabili. Ti allontani, viceversa, e quell’individuo comincia ad assomigliare troppo agli altri.  Bisogna cercare la giusta distanza, in questo tipo di ritratti, che è lo stile dell’unicità”. C’è tutto Emanuele Trevi in questa dichiarazione di poetica. La si ritrova a pagina 18 del suo ultimo libro: Due vite, edito nella Piccola Biblioteca di Neri Pozza. Tutta la sua poetica, dicevo, perché parla di ritratti e perché parla di stile e di unicità. Un canone che è andato costruendo nel corso degli anni […]

  

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