Kent Haruf e l’umanità del possibile

Quando vedi qualcuno, che solitamente non legge molto, rimanere con lo sguardo incollato tra le pagine di un libro la prima reazione è sempre la stessa. “Ma cosa starà leggendo?” Quella purtroppo naturale ritrosia alla lettura viene vinta da un libro che non può non avere delle caratteristiche quasi magiche, mi ritrovo a supporre. E la conseguenza di quella mia prima osservazione è il desiderio di soddisfare una incipiente e insostenibile curiosità. Come sarà quel libro? A me è successo di recente con l’ultimo romanzo di Kent Haruf. Per uno che tutti i giorni sfoglia libri e giornali, ovviamente, non […]

  

Rileggiamo Babbitt per capire Trump e i dazi

Il dazio è l’ultima idea stravagante di Donald Trump. E noi qui si resta come sospesi tra l’incredulità e un divertito sussiego. Come se fossimo già dimentichi di tutto quello che ritenuto dal nostro buonsenso e dalla nostra sagacia impossibile si è trasformato, nel caso del nuovo presidente degli Stati Uniti, solida realtà. Fin da quando ha ventilato la sua candidatura (quasi due anni fa), abbiamo sorriso. E non abbiamo smesso di farlo nemmeno quando ha vinto le primarie repubblicane. Lo stupore e (per alcuni) l’amarezza ha preso il posto di quel ghigno snob soltanto ad elezioni avvenute. Quando ormai […]

  

Gabbani, la scimmia nuda e il karma di Pirsig

Tra  i tanti meriti che vanno ascritti alla canzone che ha vinto l’ultimo festival di Sanremo (Occidentali’s Karma di Francesco Gabbani) c’è anche quello di aver riportato in libreria un libro simpatico, intelligente e gustoso come La scimmia nuda dell’etologo di fama mondiale Desmond Morris. D’altronde di riferimenti nel testo della canzone ce ne sono tanti, per condire al meglio il gioco dei rimandi e delle allusioni che il pubblico e i giornali si sono divertiti a condurre.  Ai più però è sfuggito un rimando a mio avviso altrettanto importante. Il karma di cui abbonda il ritornello della canzone di […]

  

Lo scrittore fantasma ricorda Carver

Raramente ho letto romanzo con un incipit così coinvolgente. Sto parlando di La fine è nota di Geoffrey Holiday Hall (edito da Sellerio) che mi è capitato tra le mani durante le vacanze estive. Chi me l’ha passato sosteneva appunto fosse un’ottima lettura per le vacanze. Un giallo, mi ha detto, ma scritto molto bene e davvero coinvolgente. Mi sono lasciato convincere. E la scelta è stata poi confortata dal notare che il volume conteneva anche una postfazione di Leonardo Sciascia. Prima di parlare di questa postfazione, però, torno per un momento al libro. Devo descriverlo per far capire di cosa parliamo. La storia racconta di […]

  

Franzen e l’ottimismo del traduttore

Fin dalle prime pagine di Purity, l’ultimo romanzo di Jonathan Franzen (pubblicato come i precedenti da Einaudi e tradotto da Silvia Pareschi), il lettore attento sa che si tratta di un libro che resterà. Uno di quei volumi che non abbandoneranno gli scaffali delle librerie domestiche per lasciar il posto a romanzi più moderni e più fascinosi. E non solo perché si offre come analisi impietosamente lucida delle derive disumanizzanti provocate dal nostro moderno stile di vita (tecnologico e iperconnesso). Rimarrà un libro valido per ulteriori letture perché il suo autore compone una storia fatta di colpi di scena, agnizioni, […]

  

La “voce” di Carver è davvero onnipotente

La trama, in un romanzo o in un racconto, conta niente se non c’è una valida voce a raccontarla. In fondo l’unica vera onnipotenza dello scrittore risiede nella sua voce. Considerazione che ricavo durante una delle ultime lezioni del corso di scrittura creativa che sto frequentando. A fine lezione ci viene assegnato il consueto compito a casa. In questo caso si tratta di “rintracciare in un romanzo o racconto un passaggio (non più lungo di mezza cartella) in cui ritieni che l’autore non abbia aderito al diktat: Nulla di scritto che non possa essere detto, qualcosa che, nella lettura ad […]

  

Perdersi nel deserto per seguire Mc Carthy

Più simbolico e inquietante del monolite di  2001, Odissea nello spazio, la grande, gigantesca duna Amargosa da sola vale un posto importante nella letteratura contemporanea e – in genere – nel nostro immaginario post-moderno. E’ una massa sabbiosa vasta quasi come la California. La sua altezza supera in alcuni punti anche le vette delle Montagne Rocciose. Un mostruoso gigante nato per abitare i peggiori incubi di chi già vive l’ansia dei mutamenti climatici. L’ha creata una giovane scrittrice, Claire Vaye Watkins, che di zone desertiche se ne intende, visto che è cresciuta sul limite (abitabile) della Death Valley. Questa duna […]

  

Franzen e quella doppia copertina

A chi frequenta le librerie può capitare in questi giorni di imbattersi in un “fenomeno” editoriale molto significativo. In Italia, infatti, è arrivato Purity il nuovo romanzo di Jonathan Franzen.  Non nella versione italiana, che Einaudi sta finendo di approntare, ma nell’edizione inglese e in quella americana. Si tratta di due editori distinti che hanno scelto per l’ultimo lavoro dell’autore de Le correzioni due copertine affatto differenti. Quella americana (per i tipi di Farrar, Straus & Giroux) è bianca con il titolo e il nome dell’autore dello stesso corpo editoriale (color celeste) e in mezzo l’immagine sfocata di una ragazza). Quella […]

  

Gli inglesi secondo Henry James

Un piccolo capolavoro. Un’utile lettura. Una divertente divagazione. Indignazione di Henry James (1843-1916) è tutto questo. E molto altro ancora. E, a parer nostro, anche un bel ritratto dell’Inghilterra d’inizio Novecento. Il romanzo è tornato nelle nostre librerie grazie al ripescaggio di Fazi che ne ha affidato la traduzione al talentuoso Maurizio Bartocci. James lo ha scritto nel 1911. Ed è, tra l’altro, l’ultimo lavoro pubblicato in vita. Il titolo originario (The outcry) qui viene tradotto forzando il significato. Da “scalpore”, “grido”, “protesta” si passa a “indignazione” (lo stesso titolo di uno dei capolavori riconosciuti di un altro scrittore americano: […]

  

L’Absurdistan esiste. Parola di Gary Shteyngart

“Cos’era l’Unione Sovietica?” potrebbe sembrare una domanda oziosa ma non lo è. Nemmeno se a porsi la questione è un russo. Anzi forse sono proprio le nuove generazioni nate e vissute laggiù sotto la ritrovata democrazia e il rinato mercato che hanno meno indizi sul loro non così lontano passato. E’ questa tesi (confortata da innumerevoli prove oggettive) che ci offre lo scrittore Gary Shteyngart nel suo ennesimo romanzo autobiografico. Quest’ultimo però (intitolato Mi chiamavano piccolo fallimento e come gli altri pubblicato da Guanda) è meno romanzo degli altri e molto più “autobiografico”. Come già sanno i suoi affezionati lettori […]

  

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