“Attenzione, perché vi brucia il cervello”. I nostri vecchi non avevano di certo evidenze scientifiche alla mano, ma potevano basarvi sulle condizioni in cui si riducevano i cosiddetti “tossici”. Droghe sintetiche o droghe naturali che, in misura differente, portano a delle alterazioni non solo comportamentali e psicologiche, ma anche fisiologiche. Dei ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca e di Urbino hanno condotto uno studio in collaborazione con l’Ospedale Niguarda e il Sert 1 di Milano per dimostrare come, a livello cerebrale, Il consumo abituale di cocaina induca un’alterazione cerebrale che fa prevalere la parte istintiva del cervello su quella razionale. Per noi profani, occorre una spiegazione più dettagliata del tipo di studio che è stato condotto selezionando 18 ex consumatori abituali di cocaina, in astinenza da droga da cinque mesi e 19 persone che, invece, non avevano mai fatto uso di droghe. Attraverso l’utilizzo della risonanza magnetica funzionale e di test psicologici basati su scale di valutazione dell’impulsività, i ricercatori hanno misurato il livello di organizzazione funzionale delle reti cerebrali in stato di riposo. Cosa è emerso? Nel caso degli ex tossicodipendenti era evidente una riduzione della connettività funzionale tra la regione profonda del cervello importante per la motivazione e la corteccia dorsale prefrontale, deputata al controllo cognitivo del comportamento. In poche parole tutti i pazienti tossicodipendenti hanno evidenziato un disturbo nel controllo cognitivo del comportamento. Il “cervello istintivo”, essendo le strutture cerebrali turbate nei loro rapporti di forza fisiologici, tende a prendere il sopravvento sul “cervello razionale” e il controllo del comportamento risulta indebolito, così come risultano alterati i meccanismi chimici legati al rilascio di dopamina e alla sensazione di ricompensa. Non a caso, otto pazienti del campionario preso in esame, tre mesi dopo le rilevazioni, sono ricaduti nel consumo di coca, evidenziando un’alterazione ancora più evidente. Con questo studio si è compreso il motivo fisiologico per il quale una persona che consuma cocaina, anche dopo un periodo relativamente lungo di astinenza, resta soggetta a un elevato rischio di ricaduta. Ho sempre pensato che i tossicodipendenti fossero persone già di per sé vulnerabili, fragili; ora sappiamo che le difficoltà ad uscire dal tunnel sono provocate anche da alterazioni fisiologiche del cervello.

 

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