TIN libere dal dolore: genitori e neonati insieme per una cura più umana e neuroprotettiva
Ogni anno circa il 7% dei neonati necessita di ricovero in Terapia Intensiva Neonatale (TIN), dove può essere sottoposto a 7-17 procedure dolorose al giorno, oltre al dolore legato a interventi o supporti respiratori. Il XXXI Congresso Nazionale della Società Italiana di Neonatologia (SIN), in corso a Montesilvano (Pescara) fino all’8 ottobre, pone al centro il tema della prevenzione e gestione del dolore nei neonati, promuovendo il ruolo attivo della famiglia nella cura.
«Tutti i neonati, anche i più prematuri, percepiscono il dolore e le esperienze dolorose precoci riducono il loro potenziale di sviluppo», spiega il Prof. Massimo Agosti, Presidente della SIN. Studi degli ultimi 40 anni dimostrano che l’esposizione a stress e dolore può aumentare i livelli di cortisolo, favorendo comportamenti ansiosi fino ai 7-8 anni. Tuttavia, la presenza emotiva dei genitori agisce come un potente fattore protettivo, riducendo il rischio di esiti ansioso-depressivi già a 18 mesi di età corretta.
Nel cervello in via di sviluppo, dolore e stress ripetuti provocano alterazioni neuroanatomiche – riduzione della sostanza bianca e grigia, minore maturazione cerebrale e quoziente intellettivo più basso a 7 anni. Inoltre, il dolore cronico può generare modifiche epigenetiche, alterando la metilazione del gene della serotonina, con effetti sul comportamento e sulle funzioni cognitive dei neonati VLBWI (peso < 1500 g).
«Per ridurre tali effetti servono sostegno emotivo, contatto pelle-a-pelle, allattamento e accesso H24 dei genitori», sottolinea la Dott.ssa Gina Ancora, Vicepresidente SIN.
Una famiglia partecipe e accolta in TIN migliora la resilienza, protegge lo sviluppo neurologico del bambino e trasforma lo stress da tossico ad adattativo.
«Zero separation e TIN libere dal dolore – conclude il Prof. Agosti – sono oggi le due strategie chiave per una neonatologia moderna, centrata sul benessere del neonato e della sua famiglia».

