[photopress:bord.jpg,full,alignleft]Sinceramente non mi ricordo la vittoria di Gelindo Bordin nella maratona di Boston nel 1990. Ma ho ben impresso nella mente il suo ingresso allo stadio di Seoul due anni prima alle olimpiadi.  Un finale da brividi. Bordin terzo che negli ultimi due chilometri supera il primo avversario che gli sta davanti e poi mette nel mirino l’altro. Quello se ne accorge, capisce di non averne più e comincia a girarsi. Una, due, tre volte, sente il fiato dell’azzurro sul collo finchè Gelindo lo agguanta e lo supera a meno di un chilometro dall’arrivo. Poi l’ingresso in pista, le braccia alzate e il bacio in terra, inginocchiandosi a fatica perchè i crampi sono lì,  pronti ad inchiodarlo. Proprio quella domenica credo di essermi innamorato della maratona. Ieri a 51 anni,  e vent’anni dopo la sua vittoria con il record italiano (2h08’19”), l’olimpionico di Longare è tornato a Boston. E’ tornato per correre la maratona anche se già aveva già ricorso i 42 a Torino,  un paio di anni fa. La febbre della maratona non si spegne tanto facilmente anche per chi, come Bordin,  di sodddisfazioni se n’è tolte. Oggi è uno stimato manager della Diadora ma nella sua carriera ha vinto come pochi: campione olimpico di maratona a Seoul 1988 e due volte campione europeo, a Stoccarda nel 1986 e Spalato nel 1990 nonché bronzo ai mondiali di Roma nel 1987. Ha pure vinto a Milano e Venezia e appunto a Boston dove ieri si correva la 114ma edizione. Voleva stare sotto le tre ore e non ce l’ha fatta, ha finito in 3h21’27” e ovviamente va bene lo stesso. La gara è stata dominata dal ventunenne kenyano Robert Kiprono Cheruiyot  con il tempo di 2h05’52″ (nuovo record della corsa). Cheruiyot ha preceduto gli etiopi Tekeste Kebede e Deriba Merga, campione uscente. Nella corsa femminile, successo etiope con Teyba Erkesso in 2h26’11″, vittoriosa allo sprint davanti alla russa Tatyana Pushkareva e alla campionessa uscente kenyana Salina Kosgei.  Quinta è arrivata la nostra Bruna Genovese. Ma questa è cronaca e non credo diventerà leggenda.