Ma chi l’ha detto che i maratoneti si divertono solo se fanno fatica. Non c’è solo il muro del trentacinquesimo chilometro a sublimare  il loro dolore trasformandolo in gioia quando arrivano al traguardo. Si può godere anche diversamente, ad esempio facendo festa, bevendo e mangiando. E la linea? E i carboidrati, gli integratori, le bevande con magnesio e potassio? Ogni tanto ( più spesso di quello che si crede) possono attendere, come il Paradiso per Warren Beatty. E infatti ieri sera hanno atteso. Alla festa che Smarathon e i Podisti da Marte hanno organizzato al <Pulentin>, un noto locale sui navigli milanesi, sui tavoli dei <ristori> c’era davvero di tutto: dalla polenta alle costine di maiale, dalle salemelle alle insalatone, alle pastaciutte.  Dolci, vino e birra: ovviamente. Un centinaio di persone, ma forse di più, che hanno fatto onore e alzato i calici in una serata che ha permesso di raccogliere un migliaio di euro per la causa di Smarathon, cioè la lotta all’atrofia muscolare spinale, una malattia degenerativa che non permette ai muscoli di svlupparsi con tutto ciò che ne consegue. Non c’è cura e si spera negli studi dei ricercatori del Besta che in questo campo sono l’avanguardia e che Smarathon aiuta ormai da diversi anni.  Per questo motivo ieri ci siamo ritrovati tutti al Pulentin. C’erano Luca e Elena De Luca, i genitori di Rebecca che hanno fondato Smarathon, c’erano amici, amici di amici, parenti, giornalisti,  insegnanti di educazione fisica, neomamme e neopapà alla loro prima libera uscita, imprenditori, istruttori di canoa, qualche politico, organizzatori di maratone importanti, atleti ed ex atleti, un sacco di belle donne e soprattutto tanti bimbi. Che hanno fatto un caos assordante ma che hanno aggiunto quel qualcosa in più ad una serata speciale già di suo. Mi piace chiudere con una frase di Fabrizio Cosi, il primo dei Podisti da Marte,  al quale avevo ingenuamente chiesto durante la Straticino il perchè di una festa con così tante persone. <Perchè ce la meritiamo- mi aveva risposto- E poi, perche no?>.