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Corre per il mondo. Beato lui. E fa ciò che molti maratoneti sognano di fare. Roberto Giordano è un cabarettista che ha lavorato per laboratorio Zelig, in diverse sit-com e per alcune trasmissioni radiofoniche di Radiodue ma che da sempre è appassionato di maratona. Una bella cotta.  E’ talmente appassionato di maratona e di corse estreme che da qualche tempo ha pensato bene di raccontare le sue avventure in alcuni reportage televisivi che si chiamano appunto <Correndo per il mondo>. La prima serie è andata in onda  la stagione scorsa su Retequattro con punte oltre 800mila spettatori a puntata e la seconda, sempre su Rete4, partirà sabato prossimo alle 18
Corri davvero o è tutta una fiction?
<No, nessuna finzione. Correre è sempre stata la mia passione e così ho pensato di realizzare questa serie in cui racconto le maratone a cui partecipo in giro per il mondo. La prima serie ha avuto un discreto successo, ora parte la seconda.
Dove porterai gli spettatori?
<Sono cinque puntate  che durano poco meno di un’ora. Si parte dalla maratona di Edimburgo, poi si va a Miami, a Stoccolma, nel Sahara e si finisce a San Pietroburgo. Cinquanta minuti per raccontare con i miei occhi la corsa ma anche tutto ciò che ruota attorno alla gara. Le storie dei partecipanti, i luoghi, le curiosità, le cose da vedere>
Come è scoccata la scintilla per la maratona?
<Per caso, come tutti i grandi amori. Fino a trent’anni ho sempre giocato a calcio. Poi un giorno ho cominciato a correre e quindi ad allenarmi per le maratone. Poi dopo averne corse un po’ si comincia a  guardare oltre, a pensare ad altro…>
Ad esempio?
<Ad esempio la Badwater, una gara assursa che attraversa la valle della morte al confine tra la California e il Nevada e si corre anche con temperature di 50 gradi. Duecento chilometri massacranti tant’è che arrivano al traguardo in pochissimi. E’ una gara che mi affascina. così come ora mi ffascinano le gare estreme che attraversano i deserti.. Diciamo che la badwater è il mio sogno nel cassetto..>
Correresti lo stesso anche senza una telecamera al seguito?
<Assolutamente sì, ma devo riconoscere che la tv è un mezzo fondamentale sopratutto quando con la corsa si vuol lanciare anche un messaggio…>
Tu ne hai uno?
<Ora no, ma  il progetto che ho in mente è quello di portare una persona con problemi fisici a correre e finire una maratona. Che so, penso a chi ha avuto problemi cardiaci o di diabete. Perchè lo sport e la corsa in genere sono una terapia riabilitativa straordinaria. Fondamentale e affrontare qualsisai prova con la giusta preparazione e con il giudizio che non ti porta mai a strafare. Ecco questo è il messaggio che mi piace>