Pioggia, pioggia e ancora pioggia. Ma anche freddo di quello che ti fa rimpiangere di non esserti portato guanti. Otto gradi in Postadamer platz con un bel vento di traverso che ghiaccia il sudore addosso. Però che maratona! Non mi piace dare i voti ma questa volta ci sta. Partiamo dai berlinesi: dieci con lode, perchè nonostante la pioggia erano tantissimi e si sono spellati le mani ad applaudire, forse perchè avevano freddo anche loro. Organizzatissimi: trombette, ventagli, tamburi, sassofoni, chitarre elettriche, cartelli solitamente dedicati a papà. Hanno fatto un tifo d’inferno su tutto il percorso. Bravi davvero. Organizzati i berlinesi ,un po’ meno alcuni momenti della maratona, ma stiamo parlando di tedeschi quindi il livello resta altissimo… Qualche critica però se la meritano. Sì, perchè ci si è intruppati alla grande nella consegna delle sacche al mattino, si è dovuto scavalcare per entrare in griglia quando il servizio d’ordine non ce l’ha più fatta a reggere l’impatto del 44mila e perchè all’arrivo prima di avere un telo di plastica per riscaldarsi sono passati una decina di minuti. Dettagli ma agli organizzatori quindi do nove. Dieci ai negozi e agli alberghi di Berlino che hanno un rispetto di chi corre che altre città dovrebbero copiare, dieci ai tanti ristoranti italiani della città che hanno cucinato pasta per tutti e quattro al servizio meteo tedesco che aveva previsto una giornata di nuvole in costante miglioramento ed è andata come è andata. E veniamo a chi ha corso. Dieci al keniano Patrick Makau che ha dominato in poco più di due ore e 5 minuti e dieci anche a Aberu Kebede che ha fatto la stessa cosa tra le donne. Tra i comuni mortali dieci a un tedesco che mi ha passato al 34chilometro velocissimo e a piedi nudi, dieci al gruppone di Smarathon che ha portato al traguardo una ventina di atleti e dieci anche a Camilla, una mia amica, che era al suo debutto in maratona e ha finito senza problemi. Infine due citazioni di merito fuori concorso. Dieci a tutti quelli che all’arrivo ho visto trangugiare con nonchalanche una pinta di birra come fosse Gatorade ( ai ristori ci sono le spine…) e dieci anche a tutti quelli che ho ammirato passare al 35mo dopo le sei ore mentre stavo rientrando in albergo. Eroici, meritano anche la lode.