Tutti aspettavano ( aspettavamo)  Gebre e un Gebre ha vinto a New York. Ma non il il Gebre più famoso e più veloce al mondo in maratona, ma Gebre Gebremariam, ex iridato di cross, al suo debutto nella Grande Mela e  lui pure etiope.  Haile Gebreselassie, il primatista del mondo della maratona, l’uomo che ha vinto due ori olimpici e ha abbassato 16 primati del mondo si è ritirato al 25 chilometro. Una fitta secca al ginocchio e il grande Gebre ha salutato New York proprio nel giorno del suo debutto. E del suo ritiro definitivo nella maratona. <Basta- ha detto il campione etiope al traguardo- Basta perchè sono troppo vecchio ed è arrivato il momento di lasciare spazio ai giovani…>. Giovani che vengono dal suo stesso Paese eche , scherzo del destino, si chiamano come lui. Gebre Gebremariam è’ il quarto atleta nella storia che riesce a centrare la vittoria al suo debutto in una 42 chilometri.  E’ arrivato in Central Park dopo due ore otto minuti e 13 secondi di gara che non fanno record ma sono sufficienti a garantirgli un bel gruzzoletto di dollari e ad alzare le mani al cielo per iscrivere il suo nome nell’albo d’oro della 41ma edizione della maratona più importante al mondo. Alle sue spalle i  kenyani Emmanuel Mutai (2h10’35») e James Kwambai (2h10’35«).   Tra le donne si è imposta  la kenyana Edna Kiplagat che ha tagliato il traguardo in 2h28’20 davanti allastatunitense Shalane Flanagan  (2h28’40«) e alla connazionale  Mary Keitany (2h29’01»).  Cielo terso e circa 4 gradi centigradi per oltre 43 mila persone al via. La solita incredibile festa. La solita emozione alla partenza sul ponte di Verrazzano. Tempo perfetto per correre  ma non per tutti: «Fa freddo – ha detto all’intervistatore sulla start line, Edison Pena, uno dei minatori rimasto imprigionato in una miniera in Cile per oltre 2 mesi -. Ma l’accoglienza è stata favolosa, calda, con la gente che mi ha fermato  per strada e mi chiesto come sto e cosa ho provato. Perchè corro? Per  dimostrare ai ragazzi cosa significa essere liberi…». Non gli è andata benissimo. Anche a Pena è toccata la stessa sorte di Gebre e si è dovuto fermare per un forte dolore al ginocchio.  Ma che fosse un tipo tosto si sapeva. Così ha ripreso e , con una borsa del ghiaccio, è arrivato al traguardo zoppicando. Infine la solidarietà e anche qui, nelle charity, New York non è seconda a nessuno. Il bilancio nelle dichiarazioni del suo sindaco. «Ci auguriamo di raccogliere con la maratona fra i 26 e i 27 milioni di dollari in beneficenza» ha detto  Michael Bloomberg. E, dollaro più dollaro meno, pare proprio che l’obbiettivo sia stato raggiunto. Chiudo con una nota e con i complimenti alla Rai. Per tutto il pomeriggio ho cercato un’immagine della gara sulle tre reti, su quelle sportive e sullo streaming del sito. Nulla, neanche un fotogramma. In compenso ho ammirato il Gran Premio Rolex di equitazione e rivisto almeno una decina di volte il gol del napoletano Cavani al Parma. E mi chiedo. Ma perchè mai la Rai fa tre ore di diretta per la maratona di Carpi e ignora New York?