Il salmone, i ravioli ripieni di spinaci e ricotta di mia madre, l’arrosto, un pezzetto di bollito e la mostarda. Poi la frutta secca e il panettone di Cova con la crema pasticcera calda da metterci sopra anche se è un mezzo scarilegio. Vino, caffè e ammazzacaffè. Alzi la mano chi in queste mattine correndo all’alba non ha pensato ai suoi menù di Natale e Santo Stefano. Chi per i primi 15 minuti, cercando di scaldarsi, non ha fatto un rapido conto delle calorie accumulate in due giorni di festa sottraendo la somma al suo tempo di maratona: due minuti? Cinque, dieci? Così pesanti non si va lontano. E allora ecco che la sgambatina  diventa il lungo più lungo che si può. Che fa bene alle gambe ma soprattutto alla testa dopo  giorni di gozzoviglie e  giochi da montare, Con le pile che Babbo Natale si è dimenticato di mettere nella scatola della pista di Cars, con i braccialetti della Barbie da costruire, con un calciobalilla a pezzi da assemblare che in confronto una cucina di Ikea è un gioco da ragazzi.  E allora freddo e fatica diventano un dettaglio. L’olio canforato  l’essenza che spazza via ruggini e sensi di colpa