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Uno pensa a un Ironman e gli vengono in mente atleti fortissimi, super, inarrivabili, d’acciaio..appunto. Ed è così per i primi dieci, cento duecento, non so quanti siano, ma comunque per tutti quelli per quelli nuotano, pedalano e corrono una distanza proibitiva in tempi che per comuni tapascioni mortali sembrano (e sono) stratosferici. Non so sinceramente come si possa correre una distanza di Ironman. Quasi quattro chilometri in acque libere sono una distanza che va al di là di ogni immaginazione soprattutto per chi ha provato a nuotare in mare o in un lago distanze più brevi. La stessa cosa vale per i 180 chilometri di ciclismo senza poi parlare della maratona. Come si possa dopo tutto ciò pensare di iniziare a correre una maratona resta un vero mistero. Però lo fanno in tanti, sempre di più segno che a volte la testa arriva dove braccia e gambe si fermano e fa la differenza. Guardando i 15 minuti del video dell’ Ironman di Lake Placid si capisce in realtà cosa sia questa gara. Una sfida estrema tra atleti pazzeschi, ma anche la sfida della vita  per gente normale. Che ha sempre un buon motivo per provarci, per soffrire, per emozionarsi e alla fine per piangere. Ovviamente di gioia

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