Il governatore lombardo Maroni, il sindaco Pisapia, qualche ministro e qualche assessore. Il fair play del neosindaco di Roma Marino che cede il passo. Una bella melina a cui siamo abituati. Milano olimpica nel 2024? Ci credono tutti, sono tutti convinti e, a leggere ciò che c’è scritto oggi sui giornali, mancano solo firme e qualche dettaglio. Fosse ancora in vita il principe Antonio De Curtis in arte Totò, liquiderebbe tutti con un bel “pernacchio”. Milano città olimpica sulla scia dell’Expo mi sembra davvero tutta da inventare. Ma anzichè far proclami sindaco e compagnia mettano giù, carte e penna, non dico un progetto ma almeno qualche idea. Come può una citta che nell’unica piscina comunale olimpica che aveva ha costruito uno spazio per gli happy hour culturali pensare di candidarsi ai giochi? E come può una citta che ha fatto fuggire il Giro d’italia, che ha fatto pagare centinaia di migliaia di euro di tasse sul suolo pubblico alla tappa mondiale della coppa del mondo di sci di fondo pensare di essere sulla strada giusta per Olimpia? Come può una città che non ha strutture, che ha fatto motire la pista del Vigorelli, che non ha un palazzetto degno per il basket , una vasca da 50 metri per nuotare far proclami? Già ma c’è Expo. Expo ormai è una parola magica che serve a tutto: a rilanciare l’occupazione, a far ripartire la locomotiva lombarda, a far ripartire il Paese a portare nel 2024 le olimpiadi a Milano. Direbbe Totò. “ma ci faccia il piacere…”

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