Certo che se uno sport anzichè investire dismette c’è poco da star sereni. Dal 2014, cioè dal prossimo anno, il ciclismo dei  dilettanti e degli juniores non avrà più bisogno dei medici sportivi per tutelare la salute dei propri giovani ma sarà sufficiente una visita da un medico generico. Cioè senza la specializzazione  e senza l’obbligo di conoscere la normativa antidoping.  Non solo. Le nuove regole della Federciclismo stabiliscono che per le società dilettantistiche non sarà più obbligatorio avere un medico sociale e  tenere le cartelle cliniche informatiche dei propri tesserati. Si torna alla carta e la Commissione tutela della salute quindi non cntrollerà più  online gli esami degli atleti.  Un bel passo all’indietro che la Federazione giustifica con le pressanti richieste delle società sportive che devono fare i conti con la crisi economica, con la difficoltà di reperire  specialisti in medicina dello sport. Per il professionisti non cambia nulla ( e ci mancherebbe!) ma questo resta di fatto un enorme  passo del gambero che lascia perplessi sia dal punto di vista della tutela della salute dei ragazzi che si avvicinano al ciclismo sia dal punto di vita culturale nella lotta al doping. Si taglia dove si dovrebbe investire, si limitano esami e controlli dove si dovrebbero fare poi magari si spendono soldi ed energie per capire se tizio e caio che hanno vinto Giro e o Tour 10 anni fa erano più o meno dopati. Fantastico!