Cinquantadue anni e non sentirli. Non per altro,  ma perchè sono ancora 51 e a questa età anche pochi mesi fanno la differenza. Insomma, uno ci tiene. Però basta un errore sulla data che hai scritto sul social network dove hai messo il tuo blog e vieni ricoperto di messaggi. Auguri di qui, auguri di là, di sotto, di sopra e da ogni dove. Potere e meraviglia delle tecnologie che un po’ ( un bel po’) ti sorpendono  soprattutto se  sei rimasto alla tirata d’orecchie della mamma, al bacio di tua moglie e al bigliettino dei tuoi figli. Così ti svegli e non capisci. Non capisci perchè il tuo telefonino continui a squillare entusiasta e benaugurante,  perchè una tua collega ti butti le braccia al collo appena entri in redazione e perchè la posta del tuo computer già di buon’ora sia tutta un buon compleanno. Grazie di cuore a tutti. Grazie degli auguri, degli auguroni e anche degli augurissimi ma gennaio è il mese di uno dei mie figli e non il mio. Che resta  giugno e non è ancora arrivato. Gli anni per ora sono ancora 51, senza fretta di aggiungere nulla e senza nessuna premura di festeggiare. Va così. Quando si è piccoli non si vede l’ora di diventar grandi e viceversa. Resta solo una consolazione. Dopo i 50 nelle gare di triathlon si può sempre usare la muta per nuotare. Caldo, freddo, sole o pioggia nessun ti può dir nulla. E chi ne capisce sa cosa significa. E’ l’unica vera differenza, l’unico vero vantaggio. Il resto sono chiacchiere.