Tutto come una volta, come tanti anni fa. Il ciclismo d’epoca, quello delle strade bianche, torna a correre con l’Eroica che sembra  aver fermato il tempo. E’ il passato che torna e diventa po’ mania, stile, modo di essere e anche un po’ moda. Tutto uno sfavillare di antiche cromature, di puntapiedi, di fili dei freni che non si nascondono nei tubi, di acciaio, di cuoio, di barbe e baffi fatti crescere apposta, di maglie di lana grossa e chissenefrega se farà un po’ più caldo e si faticherà un po’ di più. Il fascino dell‘Eroica che  partirà  il 5 ottobre da Gaiole in Chianti è tutto qui. Non una gara ciclistica, qualcosa in più. Un viaggio a ritroso nel tempo, in quel ciclismo ormai lontanissimo e che diventa sempre più una foto seppiata. Quattro i percorsi che si snoderanno nel Chianti, in Valdarbia e Valdorcia da correre e godere in tre, cinque, dieci, 15 ore: faticando, perche in bici si fa sempre fatica.  L’anno scorso gli “eroi” furono  oltre 5mila e tantissimi dall’estero perchè, mai come qui,  l’importante non è arrivare davanti ma esserci.  E l’appeal dell’Eroica porta appassionati e turisti da mezzo mondo perchè la Toscana e il Chianti  fanno breccia nel cuore degli inglesi, degli americani, dei giapponesi e di molti altri ancora. Quest’anno sullo sfondo del teatro di Gaiole  verrà raccontata e ricordata anche  la storia di Alfonsina Strada, l’unica donna ammessa a partecipare al Giro d’Italia uomini, nel tempo che fu.  Alfonsina Morini da  Riolo di Castelfranco Emilia, ribelle di una famiglia povera e nuemerosa, scoprì la bici a 10 anni quando suo padre gliela portò a casa. Non aveva giochi e quindi si divertiva a pedalare. Forte, sempre più forte, su un pezzo di via Emilia. Correva più dei maschi e dava scandalo perchè nel secolo scorso le donne che andavano in bici mica le guardavano come adesso. Ma lei se ne fregava e ogni  domenica gareggiava, vinceva e nel 1911 stabilì il record mondiale di velocità femminile con oltre 37 chilometri orari. Corse un Giro di Lombardia con Girardengo e e poi un altro ancora finchè nel 1924 arrivò il Giro. La storia di Alfonsina è quella di un ciclismo da pionieri.  Una storia di riscatto e di emancipazione fatta con il coraggio, con il cuore e con le pedivelle  che fa scomparire il marketing delle mimose. Domenica l’Eroica sarà anche un po’ questo. E tanto altro ancora…

 

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