C’è un modo di dire che è diventato di moda negli ultimi tempi che sinceramente mi fa venire l’orticaria: “Metterci la faccia”. Ci mettono tutti la faccia, soprattutto chi fa politica. E’ un alibi per mettersi a posto la coscienza e che non costa nulla anche perchè noi abbiamo la memoria corta e le facce si dimenticano in fretta. Così se uno non è in grado ( o non ha voglia) di fare qualcosa di concreto per una causa, un progetto, un’iniziativa allora ” ci mette la faccia” e se la cava. Funziona così quasi sempre ormai. Succede così anche per lo sport che andrebbe promosso (nel senso di sostenuto) a prescindere perchè soprattutto tra i giovani è il più grande investimento educativo, sociale, sanitario che un governo, una regione o un’amministrazione possano fare. E che invece è fermo al palo perchè troppi ci mettono la faccia. E niente più.  L’ultimo esempio arriva da Milano che, va detto, non è tra le città messe peggio, perchè l’amministrazione Pisapia per chi corre, ad esempio, qualcosa ha fatto. Ma l’aumento delle tariffe per ultilizzare gli impianti sportivi deciso ieri da Palazzo Marino suona davvero come una follia: per fare sport in città si spenderà mediamente il 40 per cento in più. Una bella “stangata” che ha una logica nella necessità pressante per tutti i comuni di reperire soldi laddove possono, ma che è di una miopia sconcertante sotto tutti gli altri punti di vista. E a nulla vale il discorso che i prezzi fossero bloccati da più di 12 anni.  Resta il fatto che nuotare in una piscina pubblica non può costare di più che in una piscina privata.  Sette euro per entrare in una piscina come la Cozzi che non ha neppure la vasca olimpica sono davvero uno sproposito. E si potrebbe continuare ma lo stesso si può dire in molti casi per i campi di calcetto o quelli da tennis.  Promuovere lo sport è un’ altra cosa. Non è accapigliarsi sulla costruzione di un nuovo stadio ( ma il Meazza appena ristrutturato  non basta?),  discutere se è più giusto che per le olimpiadi si candidi Milano o si candidi Roma ( tanto non ce le danno…) oppure partecipare a uno dei tanti tavoli spesso apparecchiati sul nulla. Promuovere lo sport, tanto per cominciare, è permettere ad una famiglia con un po’ di figli di entrare in una piscina senza svenarsi. Portarlo nelle scuole, investire sui tecnici, aiutando le società che hanno i vivai e che faticano a campare. Altro che “metterci la faccia”…