Qualche anno fa correndo nel Parco Sempione l’avevo incontrato in bicicletta vicino a una transenna della pista da sci di fondo che era stata allestita nel parco per una prova di Coppa del Mondo. Era arrabbiato nero. Ce l’aveva col sindaco, “cunt el sindic” diceva nel suo milanese doc, che non capiva quanto straordinario fosse portare lo sci di fondo nel centro di Milano e aveva messo parecchi bastoni tra le ruote agli organizzatori. Per Camilllo Onesti il milanese era la lingua ufficiale.  Nato nel 1926 a Porta Ticinese e se n’è andato oggi a 88 anni. Sempre tirato, scattante, abbronzato come può esserlo chi passa metà del suo tempo al sole dell’alta quota, era l’essenza del moto perpetuo. Amava lo sport, era un uomo di sport.  Aveva corso a piedi  e il primo pettorale l’aveva messo a 5 anni, a Cuveglio, nel Varesotto, dove andava in villeggiatura con i genitori. Poi in bicicletta, con cui andava forte in salita, per la GIL Pozzi, il gruppo rionale fascista,  lo Sport Club Milano e  il G.S. Coty, sponsorizzato dalla “maison” di profumi. Fine della storia, appese la bici al chiodo. Conobbe una compagnia di accademici del CAI e fu una folgorazione per la montagna: le Grigne, il Gruppo del Brenta, la Valmasino d’estate. Le prime gare con il Fior di Roccia, la società leader a Milano per la corsa e la montagna, della quale è stato presidente per oltre 20 anni finchè il presidente Gattai gli offrì nell’86 la direzione agonistica del settore dello sci di fondo femminile che Onesti portò a risultati mai raggiunte prima. E che difficilmente manterrà in futuro perché non si vedono all’orizzonte campionesse come Manuela Di Centa e Stefania Belmondo. E’ stato quindi vice presidente della Commissione Sci Alpinismo fino al 2008, disciplina di cui fu un pioniere. Se ne va Camillo Onesti e lascia a Milano, ma non solo a Milano, una bella eredità, a cominciare da quella Stramilano che ha contribuito a inventare e che sotto la sua guida è diventata ciò che è diventata.  Non solo una corsa ma  40 anni di storia che hanno cambiato le abitudini di una città. Se ne va Camilllo Onesti e lascia le sue belle maniere da uomo antico ma rimasto giovane dentro. Se ne va e lascia la sua passione. E anche quella resterà per sempre.

 

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