Per uno che in un anno ha corso sedici maratone e tutte sotto le due ore e venti minuti  cosa vuoi che sia correre due volte di seguito la maratona di Roma. Si parte, si arriva poi si riparte e si arriva di nuovo. Ottantaquattro chilometri filati più qualche centinaio di metri che per Giorgio Calcaterra ( nella foto con il presidente della maratona di Roma Enrico Castrucci), il più famoso ultramaratoneta italiano, sono assoluta normalità. Quasi come per il resto del mondo fare una “mezza” o la tapasciata della domenica. Romano, 42 anni da poco compiuti,  Calcaterra alla maratona di Roma deve buona parte della sua carriera o quantomeno il fatto di aver cominciato.  La scintilla scocca nel 1982 quando,  a soli 10 anni,  corre per la prima volta la stracittadina, all’epoca lunga di 11 chilometri. “Avevo trovato un volantino della gara- ricorda- e mi è scattata la molla. Sono quelle cose che ti fanno dire: da grande voglio diventare un maratoneta”. Così qualche anno dopo nel  1990, a 18 anni, Calcaterra corre la sua prima 42k, a Roma ovviamente, finendola in 3:29. Da lì in poi corsa diventa una parte fondamentale della sua vita con distanze sempre più impegnative e sempre più lunghe che lo portano negli anni e fino ad oggi ad essere uno degli ultrarunner più forti in circolazione. Nel 2000, oltre a fissare il suo personale sulla distanza (2:13:15), stabilisce anche  il primato mondiale di maratone corse in un anno sotto le 2:20:00, chiudendone 16. Nel 2004 completa 30 maratone e 1 ultramaratona e dal dal 2006 decide pi di dedicarsi anima e corpo alle ultramaratone, laureandosi tre volte campione del mondo della 100 chilometri (2008, 2011 e 2012) e vincendo 9 volte il “Passatore”, la 100 chilometri da Firenze a Faenza. E allora, visto che tutto era cominciato da Roma sui Fori imperiali, Giorgio Calcaterra quest’anno torna a correre nella capitale un po’ per saldare un debito di riconoscenza ma soprattutto per rendere omaggio ad una delle maratone più affascinanti del mondo. E ci torna a modo suo, cioè con una piccola impresa.  Il 22 marzo partirà insieme al gruppo di testa con l’obiettivo di chiudere i 42,195 chilometri in 2:30 circa e arrivato al traguardo e ricevuta la medaglia del finisher, proseguirà correndo per la seconda volta la maratona sullo stesso tracciato . “Proverò ad accompagnare e a incitare tutti i podisti che raggiungerò lungo il percorso- spiega-  perchè magari trovino un po’ di ispirazione ad andare avanti e perchè la corsa va promossa perchè è benessere”. Alla fine, sul secondo traguardo, Calcaterra avrà percorso 84,390 chilometri e sarà la prima volta che un runner avrà corso due volte consecutivamente la Maratona di Roma. E non poteva essere che lui.