Capita di essere diffidente con le cose.  Le cose, non le persone. Sarà un fatto di cultura o più semplicemente un fatto di età. Perchè sopratttutto con la tecnologia la capacità di apprendimento è indirettamente proporzionale al numero dei compleanni. I ragazzi digeriscono tutto all’istante con una capacità di lettura soprendente, quelli che si ostinano a fare i giovani (ma giovani non sono più) cercano di darsi un tono e poi, alla fine, riescono solo a  darsi un tono…appunto. Così quando ti trovi di fronte a a un oscuro prodigio della tecnica che prenderà il posto del tuo vecchio “padellone”  che su tante strade ti ha guidato,  resti lì a guardarlo con la giusta circospezione. Capisci subito che sono a rischio molte delle tue certezze. E poi  vuoi mettere? Sei sempre stato abituato a chiedere al tuo vecchio Garmin distanza, velocità e cardio. Che ti serve serve conoscere il numero della bracciate quando nuoti, sapere quanto sono potenti le tue pedalate in bici, calcolare qual è l’oscillazione verticale del tuo busto  quando corri o quali sono i tuoi  valori di VO2  cioè la tua massima capacità di consumo d’ossigeno durante uno sforzo? Roba da professionisti , pensi. Roba da fissati.  Così guardi il tuo nuovo Garmin 920xt e all”inizio ti ostini a pensare che  non ti servirà a nulla. A nulla di più di quanto ti ha fedelmente garantito quella fantastica  “sveglia” rossa e grigia che avevi al polso fino a ieri. Troppa tecnologia, troppe informazioni, troppi dati, bip, avvisi, vibrazioni. Tutto troppo  raffinato per uno che alla fine, nonostante le arie, resta un tapascione e neppure dei più veloci. Ci si difende così quando si ha paura dei cambiamenti. Un po’  come facevano gli operai del movimento luddista durante la rivoluzione industriale che vedevano nella tecnologia una minaccia alla loro sopravvivenza. Loro bruciavano le macchine da tessitura, tu ovviamente te ne guardi bene dal dar fuoco ad un gioiellino simile. Allora decidi: perfetto, verrà usato esattamente come il vecchio affidabile Garmin: distanza, cardio e velocità. E ogni tanto anche per calcolare le calorie. Così cominci. Ci provi. Te lo metti al polso e in un nanosecondo hai già deciso che il tuo vecchio Forerunner 305  ha finito i suoi giorni. E’ una scintilla. Come quando stai ballando con la tua fidanzata e incroci lo sguardo assassino di un’altra: “Un sorriso è ho visto la mia fine sul tuo viso…” cantava Lucio Battisti. Hai già deciso che lo lascerai lì, tristemente appoggiato sul comodino della camera da letto. Un segno di riconoscenza, un gesto di affetto per fargli capire che anche se i tempi cambiano, se il mondo cambia e tu provi a restare al passo non lo dimenticherai mai…Ma ora la storia è un’ altra. Certo pesa molto meno, ti darà la metà dei fastidi. Ma è un alibi. Perchè poi, un po’ di nascosto dai tuoi figli che muoiono dalla voglia di spiegarti come funziona,  ti scopri a smanettare.  Nuoto in piscina, in acque aperte, corsa, corsa sul tappeto, bici, rulli,  tempi di recupero, collegamenti con le action cam, connessione al pc per preparasi allenamenti e fissare  gare, altimetro, un metronomo che ti dà il tempo per scandire la tua fatica. C’è di tutto e di più. Ovviamente anche l’orologio e un contapassi giornaliero che ti avvisa quando è troppo tempo che stai seduto. C’è il mondo che non ti aspetti e che piano piano prendi gusto a scoprire.  Non è complicato, basta provarci. E passo dopo passo, step by step dicono quelli tecnologici,  diventano fondamentali anche molte cose che fino a qualche settimana prima  non sapevi neppure che esistessero. E così te la tiri anche perchè non è da tutti uscire dalla piscina e per prima cosa andare a vedere qual  è il tuo “swolf”,  l’algoritmo che ti dice quanto è efficiente la tua nuotata rapportato al numero di bracciate, al tempo impiegato per percorrere una vasca e alla lunghezza della vasca stessa. Altro che distanza, velocità e cardio. Capita di essere diffidenti con le cose…Ma spesso si cambia idea.