Lo sport praticato ad alti livelli è sforzo all’ennesima potenza, stress ossidativo, dispendio energetico, sofferenza vera. Per sopportarli chi si vota a una disciplina deve raggiungere un adattamento positivo del proprio organismo e non si può evitare questa staccionata. “Ma a volte – spiega Marco De Angelis, specialista in Medicina dello sport dell’università dell’Aquila – agire con la sola leva della dieta sana non basta, non può fornire ‘impacchettato’ e pronto all’uso tutto quello che serve. La nutraceutica (un’alimentazione arricchita o gli integratori corretti) può dare una mano e va modulata sulle necessità dello sportivo, in base al conteggio del consumo energetico e in base alla parte attiva del suo corpo”. Il tutto rigorosamente doping free’. Su questa premessa poggia il progetto ‘Play sure doping free’: un percorso che punta alla certificazione dei nutraceutici per lo sport, annunciato nei gioni scorsi a Milano in occasione del Nutra Day 2016, giornata seminario promossa da ‘Cum Grano Salis’. A delinearne i contorni è Alberto Martina, curatore scientifico di Nutra Day e presidente della neonata associazione ‘No doping life’, intorno alla quale si svilupperà il progetto. “Tutto nasce – racconta – dalla constatazione che il mondo sport e dell’attività fisica in generale è spesso associabile a una serie di tentativi di scorciatoie per aumentare la prestazione a scapito dell’allenamento”. E’ nelle cronache degli ultimi giorni il caso della tennista siberiana Maria Sharapova, trovata positiva a un farmaco finito da inizio 2016 nella lista nera. “Noi vogliamo ribadire, non solo per la nicchia degli sportivi professionisti ma per tutti quelli che fanno attività fisica in Italia, che occorre alimentarsi in modo sano e controllare la propria capacità di esercizio fisico – spiega Martina – E vorremmo che anche prodotti assunti come integratori possano essere certificati doping free'”. L’associazione No doping life, che avrà i suoi uffici a Milano, “sarà operativa entro 30 giorni – annuncia Martina – L’adesione ai valori etici da essa propugnati per la lotta al doping permetterà di accedere a un processo di certificazione fatta da un ente terzo, un player certificativo mondiale, Bureau Veritas, che in Italia ha un pool di 1.200 esperti. Verrà creato il primo processo di certificazione ‘Play sure, doping free’ per tutti gli integratori per lo sport e l’attività fisica. E questo percorso sarà esteso anche agli alimenti, ai prodotti omeopatici che possono essere assunti sia da chi pratica sport che da chi ha una vita sedentaria”. E’ l’inizio di un processo, continua l’esperto, “che potrà portare ad avere poi un logo sulla confezione o sull’etichetta dei prodotti, che permetterà al consumatore di avere la certezza che quello che assume non ha problemi di sicurezza né di doping”. L’attività di certificazione dovrebbe cominciare nel giro di un paio di mesi. E anche società sportive, organizzazioni, produttori e persino farmacie, potranno sottoporsi al processo che li porterà a fregiarsi della certificazione ‘doping free’, che varrà da subito in 28 paesi europei e in Svizzera. A orientare le verifiche di Bureau Veritas (ai fini del rilascio della certificazione) ci sarà un disciplinare tecnico, una manuale redatto dalla società internazionale Doping Free.  La nutraceutica, spiega De Angelis, “può essere un’alleata per lo sportivo. Qualche dato può aiutare a capire: ci viene detto che la vitamina B1 è nella carne? Facendo alcuni semplici conteggi possiamo renderci conto che per arrivare a coprire il fabbisogno giornaliero dovremmo consumarne 800 grammi, e senza cuocerla. Oppure ingerire due etti al giorno di lievito di birra. Si dice che la vitamina C si trova nel peperoncino ma per raggiungere mezzo grammo dovremmo assumerne 200 gr al giorno. Per il giusto apporto di vitamina E servirebbero 300 gr di noci, per il ferro 600 grammi. Per la vitamina D dovremmo passare una vita al sole. E stiamo parlando di una persona sedentaria. Immaginate uno sportivo che deve nuotare per 120 km a settimana o correre per 30 km. Orientarsi nella scelta di integratori specifici è importante”.